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Romeo attacca Alemanno: "Strana la revoca dell'appalto"

Alfredo Romeo

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«Il problema del Comune di Roma era di trasferire la responsabilità di tutti i sinistri civili e penali in testa ad un soggetto esterno alla pubblica amministrazione, e si era individuato lo strumento della concessione perché questo i funzionari avevano individuato come unico modo per trasferire la sorveglianza, la custodia e i relativi aspetti responsabilistici. Abbiamo ridotto i sinistri del 40% a Roma in due anni, da tremila sono diventati duecento, con questa gestione integrata». Poi, però, la nuova amministrazione revoca la concessione a Romeo, e lui ai magistrati spiega così la cosa: «L'assurdo di Alemanno è stato quello di dire: "Siccome noi non vogliamo trasferire tutti i poteri ad un concessionario esterno che decide dove fare le manutenzioni, ma l'amministrazione vuole essere sovrana nel dire: fai la manutenzione lì, fai la manutenzione a Canicattì, falla con queste imprese piuttosto che con quelle altre imprese...". Alemanno fa una revoca strana individuando il modello non buono, ma non abbiamo né inadempimenti e né penali e ci propone una transazione. È questo il Comune di Roma». Anche l'ex sindaco Francesco Rutelli parla dell'appalto a Romeo. È il 17 dicembre e il leader della Margherita si presenta in Procura a Napoli chiedendo di essere sentito dopo le indiscrezioni sull'inchiesta per il Global service. «Ero sindaco all'epoca in cui Romeo si aggiudicò l'appalto per la gestione del patrimonio immobiliare di Roma. Lui l'ho certamente incontrato e conosciuto, come uno dei più grandi imprenditori a livello nazionale nel settore immobiliare. Ma non ho una particolare confidenza e non ho mai avuto colloqui connessi ai suoi interessi». E per l'appalto, Rutelli spiega di essersi affidato ad un magistrato della Corte dei Conti come consulente. E le telefonate in cui Romeo dice a Nugnes (l'assessore comunale napoletano poi suicidatosi) che lo avrebbe sponsorizzato con Rutelli? «Lo escludo categoricamente. A Nugnes non ho mai avuto occasione di dare alcun supporto alle sue eventuali aspirazioni politiche. Nelle primarie in Campania, ad esempio, nel Pd ho sostenuto De Franciscis, mentre Nugnes appoggiava altro candidato di altra area». Con Romeo, dice ancora «non ho mai discusso di Nugnes». Ma i pm gli chiedono anche delle telefonate tra Renzo Lusetti (parlamentare ed indagato) e Romeo. «Millanterie», risponde Rutelli, dipingendo il collega Lusetti come un fanfarone: «Per i rapporti tra Romeo e Lusetti dovrei poter parlare fuori verbale. Renzo è una persona molto esuberante Intendo dire che, da classico uomo di partito, andando magari al di là a volte di ciò che è la realtà, è portato a riferire cose che in alcune occasioni sono ancora molto aleatorie». E quanto ai finanziamenti che Romeo avrebbe versato alla Margherita, Rutelli dice di non saperne niente: «Non lo escludo, anzi ritengo che possa essere verosimile che Romeo abbia finanziato il partito. Ma voglio chiarire che non è l'unico imprenditore o comune cittadino che abbia contribuito finanziariamente a campagne elettorali». Meno diplomatica Rosa Russo Iervolino, anche lei sentita dai magistrati come persona informata sui fatti: «Romeo non era advisor del Comune di Napoli, aveva rapporti con quattro soli assessori che non esito a definire "sfrantummati" (incapaci, smidollati, ndr), ad eccezione del solo Laudadio che considero una persona di estrema professionalità e correttezza». E quanto al rimpasto del maggio scorso, la Iervolino spiega ai pm che «fu determinato dall'esigenza di "innalzare" il livello morale e professionale della giunta».

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