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Appello di Napolitano: "Uniti si esce dalla crisi"

Giorgio Napolitano

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Oltre 13 milioni di italiani hanno seguito le parole del Capo dello Stato che con uno stile asciutto ha fatto un appello al Paese affinchè si difenda dalla crisi economica riscoprendo, come nel Dopoguerra, come contro il terrorismo, la capacità di unire tutte le forze, di valorizzare le energie vitali, di superare le debolezze, di risolvere di slancio i problemi che ci trasciniamo. Se sapremo fare questo, dice il presidente, la crisi diventerà l'occasione per costruire un'Italia migliore. Innovando lo stile di questi messaggi, Napolitano ha dedicato l'intero intervento alla «forte preoccupazione» degli italiani per gli effetti della crisi dei mercati, affermando di condividerla. Nel 2009, ha detto, ci attendono prove più ardue. Dobbiamo «guardare in faccia i pericoli» senza sottovalutarli, senza paura, agendo «con coraggio e lungimiranza». Se faremo leva sui nostri punti di forza, sulle energie vive disponibili, se «uniremo le forze», riusciremo a superare la crisi. Se agiremo così, ha insistito più volte Napolitano, nei 14 minuti della sua perorazione, la crisi diventerà «un'occasione» per risolvere problemi quali le riforme (istituzionali, «del modo di operare dell'amministrazione della giustizia»), delle disparità sociali. Occorre che l'Italia concerti le sue scelte con l'Europa e nel quadro internazionale e che l'unità nazionale si esprima come «unione degli italiani». Le misure anticrisi si devono far carico dei soggetti più deboli e delle aree più esposte. Il presidente ha ricordato che c'è «povertà in Italia, che sono troppe le persone e le famiglie che stanno male e bisogna evitare che l'anno prossimo siano di più o stiano ancora peggio». Un messaggio che è tornato anche nella lettera inviata al Pontefice nella quale Napolitano dice di «condividere l'appello a fare ogni sforzo per combattere la povertà». Nel discorso di fine anno, Napolitano ha detto anche che bisogna aiutare le imprese, ma con interventi rispettosi dei termini energetici e ambientali, tali da promuovere «stili di vita più sobri e lungimiranti», e con un limite, ineludibile per chiunque: il peso dell'ingente debito pubblico. Tutto ciò «non basta». Occorre anche impiegare in modo più produttivo le risorse pubbliche, «ristabilire trasparenza e rigore nell'uso del danaro pubblico» attraverso «un confronto aperto e costruttivo». Per affrontare la crisi, «la capacità di proposta del Parlamento è fondamentale», ed è «essenziale che le forze politiche escano da una logica dello scontro». Napolitano ha detto che la crisi «senza precedenti richiede un serio sforzo di corresponsabilità fra maggioranza e opposizione in Parlamento per giungere alle riforme che vanno condivise». Plaudo bipartisan al discorso del presidente. Veltroni: condividiamo l'idea di una più profonda coesione mazionale. Fini e Schifani: ci riconosciamo nelle parole di Napolitano.

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