«Quasi un milione al mese per strade colabrodo»
Un capitolo ancora tutto da scrivere, insomma, quello che riguarda l'inchiesta romana, semmai ce ne sarà una, e i risvolti politici di una vicenda ancora tutta da chiarire. Mentre la parola fine all'appaltone che assegnava per nove anni all'Ati Consorzio strade sicure, Vianini spa e, appunto, Romeo Gestioni spa, la manutenzione ordinaria e straordinaria di 720 chilometri di strade capitoline per oltre 600 milioni di euro è stata scritta ieri. La giunta Alemanno ha infatti varato ieri mattina, nell'ultima seduta di giunta del 2008, la delibera con la revoca definitiva della concessione e dell'appalto, ormai denominato «Romeo». Con lo «stop» ufficiale al maxi appalto «il Campidoglio si riprende il controllo e la gestione della manutenzione stradale - spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera - e si torna a un regime di libera concorrenza per l'intero settore dei lavori stradali». I punti «critici» che hanno portato alla revoca, senza penali, dell'appaltone da parte del sindaco Alemanno sono stati innanzitutto i risultati dell'ultimo rapporto sui lavori effettuati, pari al 10 per cento di quanto previsto dal contratto. Le conseguenze sono state poi evidenti con le abbondanti piogge di inizio novembre, quando la Capitale si è letteralmente ritrovata sott'acqua. Il sistema dell'appalto poi dava la completa gestione delle strade al Consorzio, senza che il Campidoglio avesse un controllo preventivo sui lavori da effettuare. «Il controllo sulle manutenzioni da parte del Comune - ricorda Ghera - non erano previste, anzi in questo appalto chi effettuava i lavori era lo stesso soggetto che controllava se e come venivano eseguiti». Un modello sbagliato insomma, o quanto meno non coerente con la politica della nuova giunta di centrodestra. Ma c'è ancora qualcosa in più. Se a Napoli si parla di «prezzi gonfiati» dal 120 al 300 per cento, a Roma no. «L'appalto prevedeva il pagamento di canoni fissi - continua l'assessore capitolino ai Lavori pubblici - e questo era un altro punto di forte criticità. Il Comune doveva pagare senza per questo controllare o poter incidere sui lavori eseguiti o su quelli da eseguire». I costi dell'appaltone erano enormi. «In tutto si versavano circa 3 milioni di euro lordi al mese - continua l'assessore di An - quando, solo per fare un esempio, prima del maxi appalto il Comune di Roma spendeva per la manutenzione ordinaria delle strade circa 4 milioni di euro l'anno». Dei tre milioni di euro al mese, alla Romeo Gestioni spa andavano 800 mila euro. I suoi compiti erano la gestione del call center per l'emergenza buche, del sito e del coordinamento generale dell'appalto. Cifre altissme e fisse. Per le quali non occorreva certamente un «prezzario» a parte.