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Un Di Pietro molla l'altro

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Cristiano Di Pietro

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In alto, a sinistra, il mittente: Cristiano Di Pietro - 86036 Montenero di Bisaccia. Più in basso, dopo la data 29.12.08, l'intestazione: all'onorevole Giuseppe Astore presidente ufficio politico regionale Idv Campobasso; al dottor Giuseppe Caterina segretario regionale Idv Campobasso; ai componenti ufficio di presidenza Idv nazionale loro sedi. Il gesto eclatante di Cristiano Di Pietro è tutto racchiuso in una lettera di 19 righe. Firma compresa. Dopo essere finito sulla graticola per le sue telefonate con Mario Mautone (ex provveditore alle opere pubbliche della Campania agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta «Magnanapoli» ndr) a cui avrebbe raccomandato conoscenti e amici, il figlio del leader dell'Italia dei Valori ha deciso di fare un passo indietro. Certo, i maliziosi potrebbero far notare che la decisione arriva con un po' di ritardo visto che le intercettazioni fra Di Pietro jr e Mautone, arrestato il 17 dicembre, sono state pubblicate per la prima volta una decina di giorni fa. E comunque arriva solo dopo che la base dell'Idv, e anche qualche deputato, ne ha chiesto la testa. Ma l'importante è il risultato. Così, piuttosto che discutere della tempistica, meglio concentrarsi sulla «Scelta di Cristiano». Un gesto che papà Antonio, pubblicando integralmente la lettera sul proprio blog, non esita a definire «corretto» anche se, aggiunge, «per certi versi forse eccessivo visto che non è nemmeno indagato, ma lo rispetto e ne prendo atto». Prendiamo atto anche noi. Anzitutto il figlio del leader Idv, consigliere provinciale a Campobasso, sottolinea che ha sempre fatto il proprio «dovere di consigliere comunale e provinciale senza mai aver infranto la legge (e infatti nessuna autorità giudiziaria mi ha mai mosso alcun rilievo)». «Eppure - continua - mi ritrovo tutti i giorni sbattuto in prima pagina come se fossi un "appestato"». Se a questo punto vi aspettate un'ammissione di colpevolezza, però, rimarrete delusi. Per Cristiano, infatti, «l'unica colpa è quella di essere "figlio di mio padre": per colpire lui stanno colpendo me, mia moglie ed miei tre figli, dimenticando che anche noi abbiamo la nostra dignità ed abbiamo il diritto di esistere». Ed eccoci alla decisione che cambierà le sorti del Paese: «Lascio l'Italia dei Valori e conseguentemente ogni incarico di partito ed anche il mio ruolo di capogruppo al Consiglio provinciale di Campobasso, ove mi iscriverò al Gruppo misto. Lo faccio con sofferenza e dispiacere (soprattutto per la disumana ingiustizia che sto patendo) ma non voglio creare imbarazzo alcuno al partito». E se qualcuno dovesse preoccuparsi non c'è problema, Cristiano è già pronto al gran ritorno. «Quando tutto sarà chiarito - conclude - ne riparleremo». Insomma, quello di Di Pietro jr sarà anche un gesto «eccessivo», ma puzza tanto di fregatura. Via dal partito, ma non dal consiglio provinciale. Che è un po' come dire: la poltrona che conta me la tengo stretta, tanto le altre me le riprenderò in seguito. E infatti, basta aprire il blog del padre per capire che gli elettori dell'Idv avrebbero preferito un scelta più netta. «Cristiano Di Pietro per il momento ha fatto solo mezzo passo in avanti - scrive ad esempio Sandro Carlucci -. Per finire di compiere il suo gesto si deve dimettere da qualsiasi carica, sia essa provinciale, comunale, regionale o statale». Certo, in molti lo lodano per aver marcato la sua diversità dal resto dei politici, ma il coro degli insoddisfatti è comunque ben nutrito. Ed è impossibile non domandarsi cosa sarebbe accaduto se, al posto del figlio, ci fossero stati altri: Di Pietro si sarebbe accontentato di una semplice lettera di dimissioni dal partito? Poco male, con la sua tecnica, Cristiano ha già fatto scuola. Infatti, poche ore dopo, ecco arrivare un'altra autosospensione. Americo Porfidia, deputato dell'Idv indagato per camorra, diffonde una nota: «Pur nella consapevolezza della mia esemplare correttezza nella funzione di sindaco e di parlamentare, ritengo di autosospendermi dall'Idv al fine di evitare qualunque ulteriore strumentalizzazione politica, in relazione ad alcune notizie di stampa. Attenderò, fiducioso nei magistrati, l'epilogo di questa vicenda». Qui il «complotto» viene sostituito da «indiscrezioni di stampa» ma il risultato non cambia: anche Porfidia non molla le poltrone che contano. Alla Camera si accomoderà nel gruppo Misto mentre si terrà ben stretta la carica di sindaco di Recale (Caserta). Il tutto in attesa di tempi migliori. E mentre la politica nazionale si divide tra quelli che vedono nelle dimissioni di Di Pietro jr una conferma della sua colpevolezza e chi, invece, giudica il suo passo indietro come un gesto di alta qualità morale, il segretario regionale dell'Italia dei Valori in Campania Nello Formisano esprime la sua «totale, piena fiducia nei magistrati e nell'onorevole Americo Porfidia». Che buffo, anche Formisano è stato intercettato mentre, al telefono con Mautone, gli «suggeriva» qualche assunzione. Lui, però, resta saldo al suo posto. E pensare che, per mettere tutto a tacere, basterebbe autosospendersi dal partito. Per un po'.  

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