Napoli, Romeo nega tutto: "Mai interessato agli appalti"
Alfredo Romeo assicura, ad esempio, che lui mai e poi mai sarebbe stato interessato alle gare d'appalto per la gestione delle strade napoletane in Global service (cosa che invece ha fatto per il Comune di Roma). E c'è un oscuro ma capace geometra che inguaia l'ex provveditore alle Opere pubbliche della Campania Mario Mautone. Innanzitutto Romeo, il principale indagato: il verbale solo del primo dei due interrogatori riempe ben 152 pagine. In cui l'imprenditore si difende a spada tratta. Soprattutto, dice, parlavo al telefono con gli assessori degli appalti per le mense o per le strade solo in qualità di advisor, non ero interessato a partecipare alle gare. «Lo dissi a Gambale e Di Mezza, io non ero assolutamente interessato a quegli appalti, l'unico appalto che ho col Comune di Napoli riguarda la gestione del patrimonio immobiliare». E quando gli inquirenti gli chiedono conto delle pressioni per modificare il bando in consiglio comunale, lui risponde di essere stato «al centro di una serie di pressioni, provocazioni e vari atteggiamenti dei partiti. Non è l'emendamento in sé che mi danneggia ma è la provocazione che mi fa male». Ma importante è anche il verbale del geometra Niccolò Muratto, il quale dopo l'interrogatorio è stato scarcerato. Al geometra Mautone affidò il compito di verificare i prezzi delle singole voci della gara d'appalto per il Global service per le strade. E lui afferma ai pm di aver trovato «18 voci con prezzi esorbitanti» per un totale di 50 milioni di euro in più del dovuto. Fu Mautone a dire che invece sarebbe stato parere di congruità, calcolando che i prezzi sarebbero aumentati. E che il parere scritto dal privato Muratto sarebbe stato firmato da un funzionario del Provveditorato (Salvatore Russo, poi arrestato). Il fatto è che all'epoca Mautone non era più provveditore alle opere pubbliche, e non si capisce a che titolo sia investito della vicenda. Muratto però confessa che l'incarico glielo diede in un ufficio del Provveditorato, in una riunione alla presenza degli assessori comunali Nugnes e Laudadio. Per la Procura è la prova che i tre curavano illecitamente gli interessi di Romeo, invece che quelli del Comune.