Il ragazzone che ora sogna il giornalismo
Casa dopo casa c'è il rischio di finire brilli, soprattutto se non si è abituati a consumare alcolici, come in questo caso. A parte questa «boutade» non sono molti i particolari che si conoscono su «Di Pietro jr», come molti ancora definiscono il 36enne Cristiano. Figlio della prima moglie del leader nazionale dell'Idv ed ex Pm di «Mani Pulite», Cristiano Di Pietro è maresciallo di Polizia, un incarico dal quale si è posto in aspettiva dopo la sua elezione alla Provincia di Campobasso (fino a ieri ricopriva l'incarico di capogruppo dell'Idv, adesso è passato al Gruppo Misto) e al Comune di Montenero di Bisaccia, il paese dove risiede con la moglie Lara e con i suoi tre figli, Antonio, Matteo e Chiara, gemelli. Una passione per la politica, respirata in famiglia insieme a quella per la sicurezza e per la legge. E poi gli studi, con il diploma conseguito all'Itis di Pratola Peligna e l'iscrizione al Corso di criminologia istituito da qualche anno a questa parte in regione, per il quale sta completando gli ultimi esami. Di Cristiano Di Pietro, schivo e riservato, non estroverso come il celebre padre, in realtà si sa ben poco, tranne che è «un lavoratore», come afferma chi lo conosce bene. Note sono invece le sue battaglie, portate avanti soprattutto nell'aula di Palazzo Magno, dove ha sede la Provincia di Campobasso. A partire da quella per l'installazione di una web-cam per riprendere tutte le sedute del Consiglio e della Giunta, per svelare eventuali «magagne» e informare i cittadini, con la trasparenza cara all'Italia dei Valori, di ciò che avviene all'interno dei «palazzi della politica». Una battaglia che nel Molise non è piaciuta a tutti, politici del suo schieramento (alla Provincia di Campobasso governa il centrosinistra) e di quello contrario, così come la promozione della raccolta di firme per l'abolizione delle Province. Ma come, hanno tuonato in molti, Cristiano Di Pietro è consigliere provinciale e chiede di abolire proprio l'ente nel quale opera? E giù strali. Si parla anche di una sua passione per il giornalismo, nell'ultimo periodo stava lavorando per mettere in piedi una testata intitolata «Il fare», parafrasando uno degli slogan del partito. Adesso ha deciso di farsi da parte, dimettersi da tutto in attesa che si definisca la vicenda giudiziaria nella quale è stato chiamato in causa. Ottenendo, per questo suo gesto, la solidarietà dei suoi. Poi si vedrà.