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Intercettazioni, riforma più vicina

Silvio Berlusconi

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{{IMG_SX}}Dopo la sollecitazione di Berlusconi («Se esce una mia telefonata espatrio»), ieri anche la Lega e l'Udc si sono messe in questo solco mostrandosi disponibili a una accelerazione. «Io continuo a telefonare perchè non accetto che la privacy, che è il primo dei diritti, non sia garantita. Non è una vera democrazia quella di un Paese in cui c'è tanto timore di essere intercettati» ha detto il premier nei suoi saluti di fine anno sottolineando che le intercettazioni sono uno dei punti su cui la gente «è più sensibile, uno di quelli che quando ne parlo raccolto la standing ovation». L'altro tema che vale a Berlusconi una standing ovation è «la divisione tra i magistrati giudicanti e quelli che noi chiamiamo avvocati dell'accusa». Proprio su quest'ultimo punto il Cavaliere si è soffermato dicendo di non capire «perchè non dovrebbe essere condiviso dalla sinistra, che è sempre stata garantista». E poi: «Sul fatto che i magistrati siano una casta nessuno ha più dubbi». La conclusione è che «è cosa ormai condivisa che il sistema debba essere migliorato».   Su questi temi Berlusconi trova sponda nella Lega che nei giorni scorsi si era defilata ma anche nell'Udc. Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc si fa avanti: «La cosa peggiore sarebbe non fare nulla» e si dice «disponibile ad offrire il proprio contributo ad una riforma che da un lato tenga conto dell'esigenza delle indagini e dall'altro garantisca la privacy dei cittadini». Il presidente dei deputati della Lega Roberto Cota rilancia: «La riforma della giustizia va fatta sulla base della bozza Alfano che è stata votata all'unanimità in Consiglio dei ministri». Quello di Alfano, dice Cota, «è un buon testo, equilibrato. I ministri l'hannno discusso e votato. Perchè abbandonarlo?» Il deputato leghista però sottolinea che comunque «occorre fare di tutto perchè la riforma sia fatta in modo condiviso». Ma una cosa sia chiara: «il federalismo viene prima». Cota spiega di aver incontrato più volte il ministro Alfano e trova «giusta anche la strategia di parlare con le opposizioni». Quanto alla magistratura, l'esponente della Lega sottolinea che «deve restare assolutamente indipendente. Ma con quali strumenti? È per questo che pensiamo all'elezione dei giudici». Berlusconi, prima di partire per la Sardegna, aveva rivelato che sul tema delle intercettazioni «le sfumature dentro la maggioranza stanno scomparendo». Il riferimento era alla Lega. «Lo stesso Maroni, dopo che ho parlato con Bossi, mi ha detto che è giusto escludere le intercettazioni nel caso di reati contro la pubblica amministrazione». Il premier aveva riferito che «la Lega si è convinta che non escludendo i reati contro la pubblica amministrazione si rischia che chiunque sia accusato di aver commesso un reato e quindi intercettato anche se non ha pagato una multa». Oggi, ha aggiunto, «se un pm vuole mettere sotto controllo un telefono lo fa quando vuole: le intercettazioni vengono usate in massima parte per trovare notizie di reato, non per trovare altre prove a carico di qualcuno».

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