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L'inchiesta è di Cantone il preferito di Saviano

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È a lui che fu inizialmente affidato il fascicolo della Dda di Napoli contrassegnato dal numero 4883/04. Un fascicolo «madre» dal quale il 5 gennaio 2006 scaturì un'informativa della squadra mobile di Caserta in cui compare il nome del politico dipietrista. Raffale Cantone oggi non si occupa più di camorra. Dopo le minacce dei Casalesi (un pentito rivelò che era pronto un attentato per ucciderlo) e dopo ben otto anni trascorsi in trincea, da un anno è stato trasferito a Roma al massimario della Corte di Cassazione. Quarantacinque anni, nato a Giugliano, un Comune del Napoletano che rientra però nell'ampia zona di confine in cui opera il clan dei Casalesi, Cantone arriva alla magistratura quasi per ripiego. Il suo pallino era diventare avvocato, ma non aveva alle spalle parenti con la toga o importanti studi legali già avviati. I primi passi nel mondo forense sono difficili, e allora Cantone prova e supera l'esame in magistratura. Finendo così dall'altra parte della sbarra. La sua carriera sarà quasi interamente in Procura. Gli anni più importanti, di certo, sono quelli nella Direzione antimafia di Napoli, dal 1999 al 2007. Vive gli anni travagliati del caso Cordova, e con altri 60 pm napoletani Cantone firma un appello al Csm per contestare l'operato del capo della Procura. In quel periodo ricopre anche incarichi nell'Anm diventando segretario distrettuale della corrente dei Movimenti riuniti per la giustizia. All'interno della Dda, si specializza nella camorra casertana, la variegata confederazione del clan dei Casalesi: i La Torre di Mondragone, gli Schiavone e i Bidognetti di Casal di Principe, gli Zagaria di Casapesenna, gli Iovine di San Cipriano, i Belforte e i Piccolo di Marcianise. Tutti boss che poi entreranno in «Gomorra» di Roberto Saviano. E non è un caso se nel corso del processo Spartacus due boss latitanti faranno leggere in aula un'istanza di ricusazione contenente minacciose accuse proprio contro Cantone, Saviano e la giornalista del Mattino Rosaria Capacchione. A Saviano lo accomuna anche una casa editrice, la Mondadori. Solo un mese fa Cantone ha dato alle stampe «Solo per giustizia», un'autobiografia dei suoi anni in prima linea nella lotta alla camorra.

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