Spunta il sistema Italia dei Valori
Ed in effetti, il nodo della vicenda è rappresentato proprio dalla figura dell'ex Provveditore alle opere pubbliche della Campania, Mario Mautone, e del «sistema» che ruotava attorno a lui, in cui spesso si trovano coinvolti a vario titolo personaggi di primo piano del partito di Antonio di Pietro. È proprio intercettando Mautone, in un'altra inchiesta, che la Direzione antimafia di Napoli si trova a scoprire le trattative sospette tra l'imprenditore Alfredo Romeo e mezza giunta comunale di Rosa Russo Iervolino. E, da quanto trapela, la figura di Mautone (ad oggi agli arresti domiciliari) sarebbe coinvolta in altre gravi inchieste giudiziarie i cui sviluppi saranno presto pubblici. Del resto, il profilo di questo grand commis dello Stato, come viene tratteggiato dagli atti dell'inchiesta Romeo, è denso di ombre, specie per quanto riguarda i suoi rapporti con la politica e le clientele. Ed è in quest'ottica, spesso non penalmente significativa ma moralmente e politicamente di tutto rilievo, che vanno letti i suoi rapporti con l'entourage dell'allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, il quaule certamente era inconsapevole di tutto: a leggere le carte sembrano più i suoi ad approfittare della vicinanza con l'esponente del governo Prodi. Con il figlio Cristiano, innanzitutto, del quale nei giorni scorsi si è ampiamente scritto sulla stampa (ieri l'Idv ha fatto sapere in una nota che «non risulta indagato e non ha mai ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Napoli»). Con il capo della segreteria ministeriale del leader dell'Italia dei Valori, il sorrentino Nello Di Nardo. E anche con il senatore Nello Formisano, oggi al vertice del partito dipietrista in Campania, all'epoca dei fatti (nel 2007) capogruppo dell'Idv in Senato, e con il cugino omonimo di quest'ultimo. Quando Mautone vuole sistemare il suo fedelissimo vice, Mauro Caiazza, piazzandolo al vertice di un Provveditorato o alla Regione Lazio prima che le elezioni alle porte possano spazzare via il governo Prodi, è proprio al senatore Formisano che si pensa: «Un intervento anche di Formisano anche a livello di regione Lazio sarebbe fondamentale». Nelle intercettazioni registrate dai carabinieri napoletani ricorrono numerose telefonate tra Mautone e Formisano su nomine e persone da sistemare, specie all'interno del ministero retto all'epoca da Di Pietro. Come quando il 30 agosto il senatore dice al Provveditore: «È quasi fatta per Iadevaia» (come sostituto di Mautone, annotano i militari dell'Arma). O quando Mautone ricorda a Formisano «di non dimenticarsi della situazione di Salvatore Russo», in corsa per una promozione, sottolineando che «non dobbiamo far perdere questa cosa». Naturalmente, Cristiano Di Pietro, Nello Formisano e Nello Di Nardo non sono gli unici dipietristi a trattare favori con Mautone. Ci sono per esempio i rapporti che Mautone intrattiene con il consigliere comunale Diego Venanzoni (che ha avuto un breve flirt con l'Idv, poi finito) e con il suo padre Francesco (già finito agli arresti per reati contro la pubblica amministrazione): le telefonate sono mirate ad ottenere un appalto per un'impresa legata al politico dipietrista, il cui titolare in una occasione viene personalmente accompagnato da Venanzoni nell'ufficio di Mautone. La raccomandazione andò a buon fine.