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Romeo, case Asl a prezzi stracciati nel centro di Roma

Alfredo Romeo

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I riflettori sulle imprese di Alfredo Romeo, l'ex agente immobiliare partenopeo che in quindici anni è diventato uno degli imprenditori più influenti del nostro Paese, con un patrimonio di 48 miliardi di euro e gestioni immobiliari in tutte le principali città italiane. E se a Napoli si attenderà l'interrogatorio del sindaco, Rosa Russo Jervolino, chiamata in procura come «persona informata dei fatti», a Bari, il sindaco e segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, ha annunciato non solo che il suo Comune rescinderà tutti i contratti con le imprese Romeo ma ha minacciato di uscire dal partito se non si affronterà la questione morale. Ma è comunque nella Capitale che si solleva il polverone più grande. E non solo in Campidoglio. Per quanto riguarda la gestione degli immobili del Comune di Roma, rinnovata alla Romeo Gestioni spa nel 2005 per sette anni per 92,8 milioni di euro, l'assessore capitolino al Patrimonio, Alfredo Antoniozzi, ha già chiesto agli uffici una relazione dettagliata che arriverà a giorni. Per quanto riguarda invece il maxi appalto sulla manutenzione stradale (circa 600 milioni di euro per 9 anni per la manutenzione di circa 700 chilometri), alla ripresa dei lavori del Consiglio comunale verrà votata la richiesta di istituire una Commissione d'Inchiesta sugli appalti Romeo, avanzata dal capogruppo de La Destra, Francesco Storace e sottoscritta dal capogruppo Pdl, Dario Rossin, promotore già dai banchi dell'opposizione, della revoca dell'appaltone milionario, avvenuta il 14 novembre scorso. La Commissione speciale dovrà far luce su procedure e attuazione del maxi appalto. Del resto, dubbi sulle procedure di assegnazione del bando di gara erano stati sollevati anche dalla commissione Trasparenza del Consiglio comunale. «Fummo sollecitati a lavorare sul pessimo stato delle strade capitoline - ricorda l'ex presidente della Commissione, Roberto Rastelli - e svolgemmo un'indagine all'interno della quale emersero delle forti criticità sulle procedure di assegnazione dell'appalto, considerato che un componente della commissione di Risorse per Roma che elaborò il bando di gara era poi un socio della Romeo. Fu allora che l'assessore ai Lavori pubblici, Giancarlo D'Alessandro, chiese di essere ascoltato in commissione e ci assicurò che tutto si era svolto regolarmente. Più di questo la commissione non avrebbe potuto fare». Sull'eventualità che l'inchiesta sugli appalti Romeo arrivi a Roma, il sindaco Alemanno ha assicurato ieri «la massima disponibilità a collaborare da parte di tutte le strutture comunali». È tuttavia la Regione Lazio a sollevare il «caso Asl», o meglio sulla vendita di alcuni immobili delle Asl. È stato infatti proprio il gruppo Romeo a gestire l'alienazione su mandato dalla Bnl, che aveva ottenuto l'incarico da parte della Regione: per 851 immobili di pregio, appartamenti e negozi nel centro di Roma, venduti tra il 2003 e il 2004, la Regione incassò poco più di 231 milioni si euro, vale a dire circa 270 mila euro a immobile. Un ricavato troppo scarso. «Le carte - ha annunciato il presidente della Regione, Piero Marrazzo - sono già alla procura della Corte dei Conti dal marzo 2008, le hanno portate i direttori generali delle Asl e lo hanno fatto con la mia condivisione e con il mio sostegno». La Gepralazio, società di diritto irlandese con sede a Dublino, fu utilizzata quale veicolo per la cartolarizzazione di Bnl Fondi Immobiliari a cui erano stati conferiti i beni immobiliari delle Asl di Roma. E oggi c'è chi si chiede a chi appartenesse all'epoca dei fatti la Gepralazio. Come il consigliere regionale Alessio D'Amanto (Pd) che oltre a chiedere una commissione d'inchiesta sulla società Romeo, e sul suo ruolo riguardo il patrimonio abitativo delle Asl, ha sottolineato la necessità di sapere «qual è il ruolo svolto dalla società Romeo nella vendita del patrimonio, ex Gepra, le cui quote passarono alla società Aib Worthytrust limited, con sede nel Baliato di Jersey, paradiso fiscale nel canale della Manica». L'assessore regionale al Bilancio, Luigi Nieri, ha voluto far chiarezza precisando che quella della vendita degli immobili delle Asl «è una delle tante questioni che abbiamo ereditato, uno dei tanti problemi che ci hanno trasferito». Ma l'ex governatore Francesco Storace respinge al mittente le velate accuse e si augura la commmissione d'inchiesta amministrativa: «Così si scopre chi dal Campidoglio rifilò la "sola" a Bnl». La battaglia nelle aule politiche è già incominciata.

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