E Iervolino scarica i suoi assessori
Alla fine, ha detto cose che la Procura ritiene di grande interesse per sostenere l'accusa, e ha in parte scaricato alcuni suoi assessori: «Sono delusa dal loro comportamento», avrebbe affermato il sindaco a proposito delle circostanze e delle intercettazioni trapelate nel corso delle indagini. Come anticipato dal «Roma» venerdì scorso, erano diversi i punti che la Procura voleva approfondire, ragione che ha spinto a convocare il primo cittadino. Nel pomeriggio di ieri l'incontro, circondato da una cortina di discrezione. Al termine, Rosa Russo Iervolino ha dribblato i giornalisti in attesa all'esterno della Procura, uscendo in auto da un garage sul retro del palazzo. Copione analogo all'arrivo in Comune: l'auto del sindaco è entrata direttamente nel cortile interno del municipio, dove non è stato consentito l'accesso ai giornalisti. All'interrogatorio, durato due ore, hanno partecipato sia il procuratore aggiunto Franco Roberti sia i tre pm che hanno condotto l'inchiesta, D'Onofrio, Filippelli e Falcone. Molti i temi trattati: dal rimpasto di giunta del maggio scorso, in cui l'assessore Giorgio Nugnes perse la delega alle strade (oggetto dell'inchiesta per il mega-appalto a cui aspirava l'imprenditore Alfredo Romeo), fino ai motivi per cui la giunta non ha mai proposto appello contro una discussa sentenza che diede ragione a Romeo in un contenzioso sulla gestione degli immobili comunali. Le risposte della Iervolino sono state ritenute di una certa importanza dal pool di investigatori, tanto che, secondo le indiscrezioni trapelate, il verbale redatto ieri sarà immediatamente trasmesso al tribunale del Riesame per supportare le accuse della procura ai tredici arrestati. In mattinata, invece, per oltre quattro ore i pm ed il gip Paola Russo avevano sentito Alfredo Romeo, vero perno attorno a cui ruota l'impianto accusatorio. Furono gli stessi difensori di Romeo, gli avvocati Francesco Carotenuto e Bruno Von Arx, giovedì scorso a chiedere un nuovo interrogatorio dell'imprenditore in quanto l'indagato non aveva avuto modo di approfondire tutti i contenuti delle circa 600 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare. «Romeo ha risposto a tutte le domande. Il sistema Romeo assolutamente non esiste e lo abbiamo dimostrato carte alla mano», ha detto l'avvocato Francesco Carotenuto. «Come sta? È un Romeo tonico, che ha studiato tutte le carte, ha avuto modo di leggere tutta l'ordinanza». «Siamo molto soddisfatti - ha ribadito l'altro difensore, avvocato Bruno Von Arx - perché abbiamo mostrato un Romeo in carne e ossa dando idea della sua figura professionale e della sua competenza. Noi a questo tenevamo molto perché sicuramente influirà nella valutazione che i giudici devono compiere sia in termini di riesame sia in termini di revoca dell'ordinanza». Secondo Von Arx l'interrogatorio ha rappresentato «un punto di vantaggio per l'imprenditore». Romeo ha chiarito i suoi rapporti con gli altri protagonisti dell'inchiesta affermando che «il suo è sempre un ruolo e un rapporto istituzionale che nasce all'interno e a favore delle istituzioni, del buon andamento della stessa e non, come invece indicato nell'ordinanza, contro le istituzioni».