Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Appalti a Napoli, il personaggio chiave è la segretaria

default_image

  • a
  • a
  • a

Attraverso le sue dichiarazioni passa la differenza fra il rinvio a giudizio e il non luogo a procedere degli indagati della nuova tangentopoli napoletana, l'abisso che corre fra la custodia cautelare e la remissione in libertà per mano del Riesame. Partecipe di ogni segreto di Romeo, se collabora, crolla il castello difensivo secondo cui i rapporti fra imprenditori, tecnici e politici si mantenevano nell'ambito delle «normali relazioni istituzionali». Sposata con figli, da una vita al fianco dell'avvocato Romeo nella gestione degli affari della società, la "pervicace Grittani" è stata sentita dai pm napoletani subito dopo il suo capo. Di lei nelle 584 pagine dell'ordinanza i magistrati scrivono: "la sua opera fuoriesce dai consueti schemi burocratici, non incarnando la figura dell'esecutore pedissequo, bensì della collaboratrice sollecita, ricca di iniziative, capace di apporti intelligenti, proficui…". Un braccio destro insomma, che "conosce appieno le mosse di Romeo, quali personaggi capta". Lei, Paola Grittani, molto più di una segretaria inconsapevole come fu quella Stella Monfredi sul cui conto furono trovati cinque miliardi di Mario Chiesa, il "mariuolo" da cui nacque la prima tangentopoli, è a conoscenza di tutte le mosse dell'Avvocato, lo consiglia, lo aiuta anche quando è il momento di battere in ritirata avviando secondo i pm un'attività di depistaggio delle indagini. A leggere le carte il suo ruolo emerge con chiarezza. In una conversazione del 14 aprile 2007 Romeo parla con la Grittani di come predisporre i documenti per partecipare alla gara d'appalto Global Service con l'apporto del professor Guido Russo dell'Arpa. R: «Senti fai attenzione a come gestisce il prof. lunedì mattina l'appuntamento… fagli fare questa promessa, promettimi che tu non fai uscire fuori una carta se prima non abbiamo concordato insieme le correzioni». G: «Ma noi possiamo consegnare quella roba, quella documentazione lunedì?...». R: «Sì, Paola, consegnala, se l'hai vista tu… io avevo detto di monitorarla sul piano commerciale, se tu hai fatto togliere il più possibile fagliela consegnare». Altrove la Grittani consiglia il dominus: «Un'altra cosa, poi io ti posso dare un consiglio? Alle nove noi teniamo l'appuntamento. Tu perché, se ce la fai, intorno alle 8.15…?». R: «Lo chiamo?». G: «Gli fai uno squillo a lui, in maniera soft gli ricordi quei due o tre principi perché pure al prof. parlare con te gli fa bene…». R: «Va bene, lo faccio». Nell'ordinanza sono decine le conversazioni fra i due, comprese quelle dell'ultimo periodo quando «il sodalizio criminale» era venuto a conoscenza dei pm. Così la Grittani aggiorna Romeo sullo stato delle gare - è il 5 febbraio del 2008 - spiegando che «non abbiamo i requisiti sia di fatturato che tecnici...». Il resoconto è un bollettino di guerra, la società perde ogni appalto, al punto che Romeo interloquisce così: «Addirittura se la Provincia, anche la Provincia di Napoli non possiamo partecipare, vuol dire che veramente questa è.. è una iattura». Per l'accusa, è un tentativo di inquinare l'indagine, dipingendo la Romeo come vittima di un complotto, nel mirino di gruppi e sodalizi più forti, al punto che i magistrati decidono di interrompere le intercettazioni.   Per questo maggior rilievo acquista il ruolo della donna. In questa tangentopoli senza tangenti, infatti, ci vorrebbe qualcuno che parlasse, che traducesse in fatti concreti le opinabili conversazioni telefoniche captate qui e là, che davvero possono essere interpretate anche come «normali relazioni istituzionali», per quanto disdicevoli. Forse solo l'anello più debole della catena, una segretaria, potrebbe servire a dare sostanza al teorema dell'accusa. Ammesso che l'anello debole sia davvero Paola Grittani. Che tutto è tranne una segretaria.

Dai blog