Persino l'Unione europea si interessò delle vicende romane
Motivo dell'interrogazione, per i tre esponenti azzurri, il fatto che la delibera violava «le norme nazionali ed europee» e andava «contro i municipi». Antoniozzi aveva sottolineato come «con la magica trasformazione dei lavori in servizi così come previsto nella delibera si vuole limitare il campo d'intervento alle imprese strutturate per tali lavori. Infatti - aveva aggiunto - potendo partecipare alla gara solo chi offre Servizi, vengono di fatto escluse a priori tutta la miriade di piccole e medie imprese dell'area romana che elemosineranno da un unico vincitore della gara i subappalti». L'allora assessore ai Lavori Pubblici Giancarlo D'Alessandro aveva risposto, e lo ha ribadito anche due giorni fa in alcune dichiarazioni pubbliche, che Forza Italia avrebbe dovuto comprendere che questa delibera avrebbe evitato «l'indiscriminato affidamento dei lavori con ribassi sempre più elevati».