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Berlusconi: "Restiamo garantisti"

Silvio Berlusconi

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La riforma va fatta subito, insiste. Quindi rincara la dose. Soprattutto sul fronte delle intercettazioni: «Saranno concesse solo per reati di terrorismo internazionale e di mafia, delitti con pene dai 15 anni in su». Il presidente del Consiglio restringe così ancora di più il campo di azione dei pm, visto che in precedenza aveva parlato di un limite di 10 anni perchè fosse possibile il controllo delle telefonate. L'opposizione, ancora scossa per le inchieste giudiziarie in Campania, Abruzzo e Basilicata, ascolta. Alcuni concordano, ma altri, sulle intercettazioni ricordano che l'Anm pochi giorni fa aveva lanciato un allarme dicendo che se davvero le intercettazioni fossero state limitate solo a reati con pene così elevate, sarebbe stato «impossibile» indagare contro la mafia. Molti dei crimini commessi dalle mafie (estorsione, truffa, turbativa d'asta), aveva osservato il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini, prevedono infatti condanne inferiori. Il «rilancio» di Berlusconi su questo fronte non piace affatto al leader dell'Idv Antonio Di Pietro. «Come dimostrano le indagini di questi giorni», replica, le intercettazioni «sono uno strumento d'indagine importantissimo anche per i reati contro la Pubblica Amministrazione. E siccome Berlusconi conosce benissimo questo tipo di reati è impensabile che faccia queste proposte non a ragion veduta. Evidentemente qualcuno nel suo giro gli deve aver chiesto questo e sarebbe interessante capire di chi si tratta, perchè, e per quali indagini...». Il clima, insomma, è infuocato, nonostante il presidente del Senato Renato Schifani invochi a gran voce sulle riforme quella «collaborazione» che si è avuta a Palazzo Madama sul ddl Brunetta. Il Pd, almeno ufficialmente, rifugge dalla parola «complotto», anche se, come osserva Marco Minniti «ci può essere un momento in cui, magari per emulazione si pensa che si possano far convergere iniziative e indagini che magari durano da tempo». E si oppone, nonostante alcune perplessità, alla richiesta di mettere agli arresti domiciliari Salvatore Margiotta, con un voto in Giunta per le Autorizzazioni e poi in Aula alla Camera che viene contestato dall'Idv.

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