Abruzzo, Chiodi: "Una nuova stagione"
"Una coalizione coerente con il modello nazionale, senza aver bisogno di appoggi da parte di Udc o destra. Abbiamo voluto premiare la governabilità. Non è stata premiata la scelta di chi ha voluto una coalizione che ricordava molto l’Ulivo di Prodi». Il giorno dopo il risultato elettorale Gianni Chiodi ha consigli anche per Veltroni. «La sua scelta la giudico molto positiva in quanto riconosceva la legittimazione dell’avversario. Ma il leader del Pd alla prima occasione ha fatto un passo indietro, lo ha fatto per opportunismo, per l’ossessione di perdere il potere. Una scelta sbagliata che lo ha massacrato». Chiodi guarda alla gente. "Abbiamo lavorato contro i "partiti del ventre", quelli che non guardano alla testa e al cuore ma alla pancia. partiti del qualunquismo distruttivo, del moralismo ipocrita che in Abruzzo sono rappresentati dall’Italia dei Valori. L’arrivo di questi partiti va fermato nell’interesse del paese anche da parte del Pd. Sospetto che la scelta del Pd, operata da Veltroni sia stata quella di un Pd disperato più che un percorso politico realistico". Ieri oltre che con il nuovo Abruzzo di Chiodi i cittadini si sono svegliati con il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso agli arresti domiciliari. Da Chiodi solo messaggi di solidarietà a D’Alfonso. «Spero che riuscirà a provare la sua estraneità. Un avviso di garanzia è fortemente stigmatizzante nei confronti di un uomo politico che magari, fra sette anni, sarà completamente assolto, come in Abruzzo è già accaduto. Una giunta comunale a Teramo fu commissariata, ci furono anche arresti, una vicenda giudiziaria che poi si risolse con l’assoluzione per tutti. Ma politicamente furono distrutti. Certo - ha aggiunto Chiodi - se le accuse della magistratura dovessero rivelarsi fondate, il vulnus sarebbe gravissimo, perché stiamo parlando di sindaci, presidenti di Regione, esponenti pubblici che tradiscono la fiducia dei cittadini. Se invece la magistratura dovesse, alla fine dei processi, avere torto sarebbe gravissimo il contrario, perché dovremmo cominciare a pensare di trovarci in un paese strano». Conferma la sua formazione culturale, dai tempi universitari, basata sul garantismo il Presidente dell’Abruzzo. Lo fa tornando anche sulla vicenda che ha portato in carcere il suo predecessore, Ottaviano del Turco. «Il centrodestra è garantista - ha sottolineato Chiodi - sia perché è scritto nella nostra Costituzione, sia perché è un sentimento di umanità. Poi il garantismo è anche un fatto normativo». Il futuro dell’Abruzzo rimane comunque grigio. I conti sono quelli che sono, difficile programmare il rilancio. E Chiodi torna quindi sui conti dell’Abruzzo, sulle difficoltà che si incontreranno nel 2009, quello che «sarà un anno di duri sacrifici, di tagli alle spese per evitare di mettere le mani nelle tasche dei cittadini abruzzesi con nuove tasse. Gli abruzzesi dimenticheranno quelli che sono i classici stereotipi della politica in Abruzzo. Ci sarà un solo gruppo consiliare di maggioranza. Si comincia anche così a tagliare i costi. Poi ci sarà un fondo sociale per cui si è impegnato il Presidente Berlusconi, il ministro Tremonti e l’intero Governo. In primavera arriveranno momenti duri, ci impegneremo a superarli tutti insieme».