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Schifani e Fini studiano la revoca di Villari

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Una cosa è la revoca così, un'altra cosa è la revoca per alterazione dei principi basilari della rappresentanza politica in Vigilanza», dopo l'iscrizione d'ufficio di Villari al gruppo Misto, che altera gli equilibri di rappresentanza politica in Vigilanza. Schifani ha sottolineato che Villari dovrebbe dimettersi anche in relazione a questo aspetto. Oggi alle 14 torneranno a San Macuto il presidente, Claudio Petruccioli, e il direttore generale, Claudio Cappon. Ma prima termineranno di rispondere alle numerose domande poste da 13 commissari la scorsa settimana. Dai banchi un vero e proprio fuoco di fila, per sapere della presenza dei politici nei programmi d'intrattenimento in generale e da Fazio in particolare. Infine l'immancabile questione delle nomine che Petruccioli vorrebbe fare prima dello spumante e che rischiano di rendere indigesto il panettone a Cappon. A turbare i sonni del presidente della Vigilanza, però, questa volta potrebbe essere non solo l'Aventino del Pd ma anche l'assenteismo del Pdl. A differenza di quanto accaduto nella passata legislatura - quando Mario Landolfi ha lavorato spesso e volentieri senza numero legale (21 commissari su 40) - si applica il regolamento di Palazzo Madama. In questo caso il numero legale non si «presume», si verifica d'ufficio a inizio seduta. Cosa obbligatoria sempre, ma soprattutto quando all'ordine del giorno ci sono deliberazioni. Finora Villari, tranne all'esordio, il numero legale non l'ha mai avuto. Ma oggi ci sarà anche una risoluzione del radicale Marco Beltrandi (unico esponente dell'opposizione che non è salito sull'Aventino) utile proprio alla verifica del numero legale.

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