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Paolo Zappitelli [email protected] La Lega Nord punta ...

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Un'operazione studiata da un po' di tempo e fatta partire con un tempismo tutto politico: ad aprile ci saranno le elezioni provinciali nel Lazio e la Lega è pronta a presentare una sua lista. E se il risultato non sarà negativo, per Bossi potrebbe essere un voto utile anche per i prossimi test nazionali. L'unico precedente risale addirittura all'85 quando la Liga Veneta si alleò alle elezioni regionali insieme al partito dei Pensionati e strappò un consigliere regionale. Poi più nulla. Stavolta l'artefice di tutto è Piergiorgio Stiffoni, senatore trevigiano del Carroccio, che si è «imbattuto» nel territorio pontino un paio di anni fa quando un amico gli parlò dell'interesse che da quelle parti avevano per la Lega. Stravaganza di pochi nostalgici? Non proprio perché Latina e l'agro pontino sono un territorio «colonizzato» da famiglie del nord, in particolare venete e friulane. A cavallo degli anni '30 Mussolini iniziò la bonifica di quelle terre, paludose e infestate dalla malaria, e lì scesero, attirati dal lavoro, interi paesi delle aree più depresse del Nord-Est: il Polesine e le valli del bellunese, di Pordenone e di Udine. E oggi il «richiamo» al nord è ancora molto forte. Tanto è vero che quello che dovrebbe diventare il coordinatore è il presidente dell'Associazione Veneti nel Lazio, Alberto Panzarini. «C'è un sondaggio della Swg — spiega Piergiorgio Stiffoni che giovedì sarà nella cittadina per l'inaugurazione della nuova sede insieme a una dozzina di parlamentari del Carroccio — che accredita la Lega di un "appeal" nel centro Italia tra il 14 e il 20 per cento. Certo non è un gradimento politico però è comunque un dato interessante. E ci fa sperare che il motivo sia la nostra politica che non si muove dall'obiettivo». A trasformare l'appeal in dato elettorale qualcuno in via ufficiosa ci prova, accreditando Bossi di un dato che varia tra lo 0,8 e l'1,2 per cento. Una scommessa, certo. Ma Giancarlo Stiffoni è ottimista: «Contiamo senz'altro di fare bella figura alle prossime elezioni». Intanto il simbolo è già pronto: ci sarà, ovviamente, la figura di Alberto da Giussano con la spada, la scritta Lega Nord per il Lazio e Latina e quattro spighe di diverse gradazioni di giallo che rappresentano le quattro province del Lazio. Quattro perché manca Roma. «Roma sta per conto suo — sbuffa Stiffoni — è un po' come Washington, un distretto a parte».

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