Il Pdl vince in Abruzzo, lite tra Pd e Idv Berlusconi: "Vittoria del buongoverno"
La vittoria, dopo le dimissioni di Ottaviano Del Turco per lo scandalo sanità, per il Pdl è anche un test positivo per il governo, oltre a mostrare «l'ennesimo fallimento politico e morale» del centrosinistra, al quale si chiede di «non coprire la sconfitta con la foglia di fico» di un astensionismo record (affluenza alle urne crollata al 52,99%, rispetto alla partecipazione del 68,6% del 2005). Dati che Walter Veltroni, leader del Pd, giudica «impressionanti». «Questo vuol dire che c'è malessere, c'è critica anche nei nostri confronti - fa autocritica - Noi dobbiamo saper fare di più per la moralizzazione della vita pubblica. Dobbiamo saper essere severi con noi stessi per poter essere severi con gli altri». Intanto, il centrosinistra, ad urne appena chiuse, avvia una rissosa riflessione sulle cause della sconfitta e sui 'costi' dell'alleanza Pd-Idv. Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, non intende portare da solo la croce. «L'Idv ha quintuplicato i suoi voti - rivendica anzi - Ha vinto l'astensionismo e sono stati puniti i partiti che non sono nè carne nè pesce, che fanno riunioni, dicono 'ma anche' e non si decidono». Di contro, il Pd contesta a caldo a Costantini di aver preso «meno voti dei partiti che lo sostengono» e si rammarica di non aver chiuso l'alleanza con l'Udc «che avrebbe portato il centrosinistra alla vittoria», mentre vede come «necessaria» una riflessione sulla scarsa partecipazione al voto. Anche per Pier Ferdinando Casini l'astensionismo è «un campanello d'allarme molto pericoloso» ed una bocciatura del bipolarismo italiano. «In Abruzzo Berlusconi non ci ha voluto - osserva il leader Udc - La vittoria del Pdl era scontata, ma l'Udc, nonostante ci abbiano scippato molti dirigenti, ha tenuto, confermando il dato nazionale». Il Pdl vanta la netta affermazione e, con il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri, analizza la vittoria senza sconti agli avversari politici: «Inutile che Veltroni accampi scuse patetiche parlando di astensionismo. Prenda atto che è un autentico fallimento e che la questione morale sta facendo sprofondare il suo partito. Le elezioni in Abruzzo sono lo specchio di questa situazione». E Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati Pdl, parla di una «tendenza suicida del partito democratico, che avendo consegnato la guida e la linea dell'opposizione a Di Pietro rischia di crollare irrimediabilmente nei consensi». Ma soprattutto, la maggioranza si compiace, con il vicepresidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello, perchè «con Chiodi è stato premiato il Pdl» e confermata la scelta della maggioranza di andare verso il soggetto politico unitario che vedrà la luce nel congresso di metà marzo L'Abruzzo cambia e non solo il presidente della regione ma un modo di fare politica e di governare. Questa la promessa del neo presidente Gianni Chiodi nella sua prima conferenza stampa" C'e' bisogno di una rinascita - ha sostenuto Chiodi - ed io lavorero' perche' questo avvenga. Certamente nulla sara' come in passato. Quello stereotipato del passato, e non solo quello recente, non potra' piu' esistere. La politica deve essere capace di dirigere la complessita' dei fenomeni. La politica non puo' chiedere la quaresima ai cittadini - ha concluso - e la Pasqua per se stessa". Silvio Berlusconi vede solo luci nella vittoria del Pdl alle regionali in Abruzzo. E sottolinea la coesione confermata della coalizione che è prevalsa già nelle elezioni nazionali di aprile. Il presidente del Consiglio, per questo, ha chiamato il candidato del centrodestra Gianni Chiodi per fargli le sue congratulazioni e, a quanto si è appreso, parlando con i dirigenti locali del Pdl, avrebbe sottolineato come il Pd abbia perso per essersi «troppo schiacciato» su Antonio Di Pietro, il cui progresso elettorale è considerato in qualche misura preoccupante. Mentre nel risultato del centrodestra il Cavaliere vede anche una «vittoria del buongoverno» del suo esecutivo