E l'auto si ferma. Marchionne: «Mai vista una crisi così»
Tutto ciò non fa paura alla Fiat perchè il cambiamento è parte del nostro modo di essere». È stata un'analisi lucida quella dell'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nel corso del suo intervento tenuto ai dirigenti del Gruppo nell'incontro di fine anno. Intanto, 48mila dipendenti del gruppo torinese resteranno per un mese in cassa integrazione. «Quello che è diverso, nella fase attuale, è la velocità con cui il cambiamento si è manifestato agli occhi del mondo. Ma il lavoro fatto - ha spiegato Marchionne - ci ha insegnato a pensare e ad agire con estrema flessibilità». «Dobbiamo fare tutto il possibile, e lo stiamo facendo, per essere noi i primi a ristabilire un rapporto con quelli che diventeranno i nuovi punti di riferimento. Nel 2004 eravamo in una situazione drammatica. La crisi che abbiamo attraversato allora era forse peggiore di questa: era una crisi di futuro e, in più, era un dramma tutto nostro», ha detto l'Ad, che ha poi aggiunto: «Ma ne siamo usciti, a testa alta». «Per quanto difficile, il 2008 si chiuderà per il gruppo con un significativo risultato economico e con un trading profit che sarà il più alto nei 109 anni di storia della Fiat. Per quanto riguarda il 2009 sarà un anno difficile, il più difficile che io abbia mai visto in tutta la mia vita. Dovremo andare avanti aspettando che il mercato tocchi il fondo. Nessuno può prevedere oggi quali potranno essere le reali ripercussioni di questa crisi». «La realtà oggi ci impone - ha proseguito - di modificare radicalmente la nostra ottica. La Fiat è pronta a farlo. Questo cambiamento di prospettiva richiede coraggio, chiarezza e lucidità». Per quanto riguarda «l'intervento dello Stato», Marchionne ha detto: «ha toccato all'inizio le strutture finanziarie ed ora si sta allargando all'industria. Non voglio dare giudizi di merito sulle scelte dei governi. Il punto è che gli interventi pubblici a favore di alcuni costruttori portano a un livello di disparità enorme nella competizione internazionale, perchè pongono alcuni attori sopra tutti gli altri, in una posizione di vantaggio che è difficile da contrastare. Non possiamo accettare che la concorrenza venga falsata in questo modo. L'esistenza di regole uguali per tutti è un requisito essenziale in qualsasi contesto competitivo». «Il modello di business al quale siamo abituati - ha poi spiegato Marchionne - va ripensato. Il settore dell'auto sarà obbligato a trovare un nuovo tipo di gestione, che porterà ad un consolidamento, a livello mondiale, entro i prossimi 24 mesi.