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Epifani usa la pioggia per coprire il flop. Sciopera solo il 9%

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L'ambito milione di presenze alle 108 manifestazioni indette su tutto il territorio nazionale non è stato minimamente sfiorato e così quale miglior scusante se non cavalcare l'onda del maltempo: «Avete visto che bella piazza - ha affermato il leader della Cgil Guglielmo Epifani da Bologna - se si pensa poi a come è piovuto, è davvero una piazza straordinaria e dà un grande senso di fare una cosa giusta per il paese». Così, da una parte la Cgil cerca di giustificare il flop dando la colpa al maltempo, dall'altra gonfia i dati di chi ha aderito alla protesta. Se infatti il sindacato vanta, ad esempio, di aver svuotato gli stabilimenti dell'azienda del gruppo Marcegaglia, lo stesso gruppo, leader in Europa e nel mondo per la trasformazione dell'acciaio, riferisce che l'adesione dei lavoratori allo sciopero è stata mediamente del 30 per centro. Nettamente inferiore è l'assenza dei lavoratori rilevata da Confindustria. Infatti se a Brescia la Cgil è riusciata a coinvolgerne il 24% del totale, a Novara si è scesi a 5,6% e addirittura nel settore delle telecomunicazioni si aggira sul 4%. I dati, comunque, per gli industriali, mettono in evidenza, in maniera più rilevante in questa occasione, il fenomeno delle assenze dal lavoro dovute a cause diverse dallo sciopero. Lo stesso scenario è stato denunciato da Federmeccanica che ha rilevato un' adesione media stimata al 17,7%, un dato «pari a poco più della metà del tasso di adesione registrato negli ultimi anni in occasione di scioperi unitari». Per non parlare poi dei dati forniti dal dipartimento della Funzione Pubblica del ministero della Pubblica amministrazione che riportano come alle 16 di ieri le adesioni si fossero fermate al 9,09%. Ancora più bassi nel settore scuola, 8,69% e all'interno dei ministeri dell'8,33 per cento. Ma anche dal mondo delle vendite arrivano conferme di un flop. Negozi aperti ovunque, con un'adesione allo sciopero praticamente nulla, pari all'uno per cento. Un bilancio fallimentare per i promotori dello sciopero che la Confcommercio definisce «una scelta irresponsabile e che - come afferma Francesco Rivolta, presidente della commissione lavoro della confederazione - dovrebbe far capire alla Cgil di non isolarsi su posizioni di conflitto ma induividui, insieme alle altre sigle sindacali, un nuovo terreno di confronto ripensando anche alla scelta di non aderire alla firma del nostro contratto nazionale». L'appello alla unità sindacale arriva anche dai pensionati della Cisl «bisogna riparare subito la tela del sindacalismo confederale unitario, strappata dallo sciopero unilaterale indetto dalla Cgil». Mentre Epifani ha commentato la mancata adesione alla protesta di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti: «A Cisl e Uil non ho niente da dire ma mi rammarico che non siamo insieme perché le ragioni di questo sciopero sono sacrosante, e non è vero che non è servito a nulla». Di parere diametralmente opposto è il ministro del lavoro Maurizio Sacconi: «I risultati confermano quello che abbiamo sempre detto che questo non è il momento di uno sciopero che oltretutto divide le sigle sindacali». Lo stesso ministro poi ha voluto analizzare anche il difficile rapporto tra Cgil e Pd: «Questo sciopero non ha diviso solo i sindacati ma anche il Pd che d'altronde ha molti elettori nelle altre organizzazioni sindacali. Speriamo che, consumato questo rito di cui la Sinistra ha spesso bisogno, si possa riprendere nel Parlamento ad avere un dialogo costruttivo».

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