Si spende troppo per gli appalti
Cinque anni in cui, come spiega la stessa Corte, si è evidenziata una «scarsa propensione alla realizzazione di margini di reddito sufficienti per la costituzione di un valore patrimoniale adeguato alle crescenti esigenze dell'impresa». In pratica i costi di gestione si sono rivelati ben superiori agli incassi ottenuti determinando in questo modo una curva sempre più crescente dei debiti. Dando un'occhiata ai conti la Corte ha evidenziato che «l'utile più elevato degli esercizi in riferimento è quello del 2004 (pari a 112,9 milioni di euro), conseguito grazie ad una componente straordinaria di reddito dell'importo di euro 63,3 milioni». Mentre il conto economico dell'esercizio 2007, l'ultimo analizzato dalla Corte, «espone una perdita pari a 4,8 milioni di euro; perdita di entità contenuta grazie all'assenza di grandi eventi sportivi ed agli interventi di contenimento dei costi interni ed esterni, cui si contrappone il più elevato carico fiscale rispetto a quello dei precedenti esercizi». Sul fronte dei costi invece per la Corte dei Conti sono due le voci che maggiormente pesano sulle casse della Rai: i servizi esterni ed il costo del personale. Sul primo fronte in cinque anni l'aumento è stato di quasi 140 milioni di euro, passando dai 681 milioni euro del 2002 agli 820 milioni euro del 2007. Un aumento pari al 20,29 per cento che su base annua corrisponde al 4,05 per cento. Ad incidere maggiormente come costi esterni soprattutto le spese per l'acquisizione e la produzione di programmi che da soli sono quasi raddoppiati in un quinquennio, dai 100 milioni 759 mila del 2002 ai 191 milioni 160 mila del 2007. L'89,72 per cento in più, che si spiega con la politica della Rai di puntare sempre meno alle produzioni interne ed ai programmi «fatti in casa» affidandosi ai format stranieri. Una scelta che però, come conferma l'analisi della Corte dei Conti, alla fine pesa sui bilanci. A gravare sui conti di viale Mazzini poi ci sono anche le spese per il personale che in cinque anni hanno conosciuto un incremento pari a 122 unità. Un esercito di persone che nel 2007 ha raggiunto la cifra di 13 mila 091 unità tra chi è titolare di un contratto e tempo determinato e chi invece indeterminato. Più persone che naturalmente significano più spese come fa notare la Corte: «Il costo del personale del Gruppo Rai è passato dall'importo di euro 839,3 milioni del 2001 a quello di euro 1,0044 miliardi del 2007. Anche il costo del personale della società Rai è sensibilmente aumentato, essendo passato dall'importo di euro 746,810 milioni del 2002 a quello di euro 896,079 milioni del 2007. Per la società Rai, il costo del fattore lavoro rappresenta circa il 38 per conti dei costi della produzione». Cifre importanti e che a fronte di una situazione finanziaria traballante ed incerta diventano ancora più insostenibili. Da qui il richiamo della stessa Corte dei Conti alla Rai: «Per tale ragione, va segnalata l'esigenza di assumere tutte le iniziative che si riterranno più idonee per mantenere sotto stretto controllo l'andamento del costo di tale fattore, attesa la difficoltà di incrementare, nel prossimo futuro, i ricavi provenienti dalle attuali fonti di entrata». Infine ultimo punto dolente: il canone su cui grava «un'evasione al 25 per cento e una morosità nel pagamento dell'abbonamento che l'Azienda valuta pari a circa 450 milioni di euro all'anno di mancato introito». Una cifra importante considerando che «riguardo all'esercizio 2007, alla formazione del valore della produzione, l'entrata del canone vi concorre per il 54,23 per cento, l'entrata da pubblicità per il 39,35 per cento e le altre entrate nella misura del 6,39 per cento».