Intercettazioni, l'Anm attacca: «A rischio le indagini sulla mafia»
«Formalmente le indagini sulla criminalità organizzata si possono fare - spiega Cascini - ma poi nella pratica questo si rivelerebbe impossibile visto che con il provvedimento del governo diventeranno intercettabili solo reati con condanne superiori ai 10 anni». E questo significa che «l'indispensabile strumento delle intercettazioni non potrà essere usato per tutta una serie di reati compiuti normalmente dai mafiosi come, ad esempio, la turbativa d'asta, l'estorsione ecc.». «A meno che - prosegue il segretario dell'Anm - non si voglia sostenere che la mafia sia solo narcotraffico e omicidio». Con questo ddl, «poi sarà impossibile intercettare i detenuti mafiosi quando telefonano in carcere o durante i colloqui con i familiari». Nel corso della sua audizione in commissione Giustizia della Camera, Cascini ribadisce anche la contrarietà dell'Anm all'ipotesi di estendere il campo di applicazione delle intercettazioni preventive rispetto a quelle processuali. «Abbiamo espresso delle perplessità molto serie sull'ipotesi di ampliare il novero dei casi in cui sia possibile procedere con intercettazioni preventive a scapito delle intercettazioni processuali». «Questa soluzione ridurrebbe le garanzie fondamentali dei cittadini e - afferma ancora il pm - contemporaneamente comporterebbe anche una drastica riduzione dei possibili accertamenti di gravi fatti illeciti». «Abbiamo ribadito - sostiene Cascini - che l'Anm è favorevole a una disciplina molto rigorosa sulla possibilità di diffondere e di pubblicare intercettazioni telefoniche contenenti fatti non rilevanti per l'accertamento nel processo penale attraverso il meccanismo del filtro anticipato che esclude il materiale non rilevante da custodire in archivi riservati». L'Anm ribadisce anche che «la riduzione della possibilità di utilizzare lo strumento delle intercettazioni, determinerebbe oggettivamente la riduzione della capacità di contrasto dei fenomeni criminali da parte di forze dell'ordine e magistratura». «Riducendo il novero dei reati - conclude Cascini - è nelle cose che si riduca anche la capacità di indagare sulla mafia e sul terrorismo». Tra i primi commenti alle dichiarazioni di Cascini, quello del leader Idv Antonio Di Pietro, secondo il quale la riforma del governo per le intercettazioni «non è altro che un progetto piduista» che punta «a bloccare le indagini della magistratura». Per l'ex magistrato «quelle di questa maggioranza sulla giustizia sono riforme criminogene che di fatto mettono in condizione la magistratura di non fare indagini e che aumentano l'insicurezza nel Paese». Ed è per questo, attacca Di Pietro «che noi non ci faremo prendere in giro da questa maggioranza. Anzi, informeremo il Paese, dentro e fuori il Palazzo, di questo progetto piduista che si vorrebbe far approvare dal Parlamento!»