«Corrono per ottenere i rimborsi elettorali»
Così Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, ha commentato i dati del sondaggio realizzato dalla sua società. Direttore, il sondaggio che avete realizzato per Repubblica.it ha sottolineato un dato sconcertante. La sinistra in Italia sta cadendo nel baratro e rischia di sparire anche dal Parlamento europeo. Cosa sta succedendo? «Guardi, il sondaggio che abbiamo condotto riguarda elezioni che avverranno all'inizio di giugno dell'anno prossimo assieme a un importante turno di elezioni amministrative. Tutto può ancora essere ribaltato però i risultati che sono emersi sono certamente significativi». Il Pdl sfiora il 40%, il Pd arranca e, a fatica, arriva al 28%. È questa la situazione in Italia? «Si. Se vogliamo leggere freddamente i numeri è questa, ma interessante è vedere cosa c'è dietro a quelle semplici cifre». Ovvero? «Andiamo con ordine. Se prendiamo ad esempio i dati del Partito democratico, analizzando tutte e cinque le circoscrizioni elettorali, capiamo che ovunque il partito di Veltroni sta perdendo pezzi. Il decremento è trasversale, e non ci sono coordinamenti del nord che tengano. Dove stravinceva, probabilmente vincerà ancora ma con percentuali inferiori. Dove perdeva andrà ancora peggio. Solo dalle Isole arriveranno delle piacevoli sorprese ma non basteranno a consolare la neonata formazione di centrosinistra». Allude forse ai risultati dell'Italia dei valori? «Diciamo che Di Pietro sta cavalcando l'onda dell'antiberlusconismo e questo lo ha fatto schizzare da un 4,4% delle elezioni di aprile scorso ad un ipotetico 7,8%. E quelli sono tutti voti che arrivano dal Pd. Ma il Pd poi pagherà anche pegno all'estrema sinistra». Ancora loro? Stanno ritentando di acquisire sostenitori ma il vostro sondaggio li dà perdenti. «Vede, alle Europee non esiste il voto utile, almeno se rimane in vigore la legge attuale. Quindi se alle Politiche alcuni elettori hanno dato la loro preferenza a Veltroni ora sono liberi di fare quello che vogliono. Pensi infatti che per avere un deputato all'Europarlamento basta avere circa lo 0,8% dei voti. Quindi c'è tutto l'interesse a correre soli». Non mi si dica che si riferisce anche ai rimborsi elettorali ai partiti. «Logico. Altrimenti come farebbero a sopravvivere. Pensi che solamente superando l'1% dei consensi i partiti si intascano dai 500 ai 600 mila euro all'anno. In questo modo anche i Verdi e la Sinistra Democratica che si attestano all'1,3% oltre ad eleggere un parlamentare sistemano i loro conti correnti». Ma non era in discussione una legge per modificare il sistema di voto per le Europee? «È vero. Ma credo che i tempi non ci siano più. Vede se venisse appovata la legge e quindi lo sbarramento al 5% riemergerebbe il voto utile. Questo, oltre a falsare il sondaggio porterebbe, alla sparizione di un po' di partiti». Per quanto riguarda il centro destra invece come vanno le cose? «Il Popolo delle libertà è vincente ovunque, soprattutto nel sud Italia. Al nord deve fare i conti con la Lega che, pur perdendo qualche preferenza rispetto ad aprile, mantiene saldo nelle regioni come Veneto e Lombardia il suo 13%. Ma anche sul flesso che probabilmente registrerà c'è una spiegazione: l'elettorato leghista non è europeista e quindi non parteciperà al voto, non per questo si intacca lo zoccolo elettorale». Ale. Ber.