Casini: l'ipotesi dello sbarramento al 5 per cento non ci spaventa
Certo, resta ancora da appurare se le modifiche alla legge elettorale proposte dal Popolo della Libertà andranno in porto, ma in ogni caso, Casini è ottimista. E, per suffragare le sue idee, azzarda qualche previsione: «Finchè non si sgelano i due grandi partiti non possiamo pensare ad avere un grandissimo aumento elettorale - ammette dai microfoni di Radio Anch'io poco prima della kermesse centrista - tuttavia pensiamo di aumentare nelle prossime elezioni europee. Ma vedremo in campagna elettorale come si determinerà». Quindi, a chi vede il suo partito in calo, ecco il ben servito: «I sondaggi che ho danno l'Udc in aumento rispetto alle precedenti politiche». Insomma, sa bene in che direzione dirigersi, e non esita ad annunciare il suo obiettivo durante il consiglio centrista: imprimere un'accelerazione alla Costituente di centro. «Abbiamo fatto molto fino adesso - spiega Casini - ma ora serve un calendario delle cose da fare, dei problemi veri da affrontare. Facciamo un evento di riflessione che dimostri la nostra diversità rispetto dalle kermesse mediatiche che, sicuramente, si altereranno in quello stesso periodo». Sullo sfondo aleggia lo spettro della nuova legge elettorale con tanto di disco verde preso dalla commissione Affari Costituzionali della Camera, anche perché se dovesse passare lo sbarramento al 5%, insieme alle liste bloccate (gli elettori non potranno porre le loro preferenze sulla scheda), la partita per i partiti minori diventerebbe più dura. Ma dall'Udc nessuna paura. Piuttosto, una promessa: quella di guardare oltre il bipartitismo e concentrarsi sull'interesse del paese: «Stiamo al centro e resistiamo al centro - assicura ancora Casini - per smantellare finti partiti che fanno finti congressi». Nessuna chiusura a priori, sia chiaro, solo che se non arrivano segnali distensivi, meglio guardare oltre. Parola del segretario, che spiega meglio: «Dall'inizio della legislatura - dichiara Lorenzo Cesa - abbiamo manifestato la nostra disponibilità al dialogo con la maggioranza su tutti i provvedimenti che riteniamo possano andare nella direzione dell'interesse generale del Paese». Ma, osserva, «non possiamo non registrare come si preferisca mantenere alti i toni dello scontro, come si approfitti di ogni pretesto per dichiarare l'autosufficienza della maggioranza». Buttiglione lancia strali al centrosinistra come al centrodestra. «Questa sinistra non ci ha convinto nel '94 e non ci convince oggi. Quanto al centrodestra noi non chiediamo perdono. E Berlusconi non lo chiederà mai. La sua strategia è l'annientamento, ha puntato sul bipartitismo e per noi non ha posto». E poi: «L'Italia stanca di Berlusconi non trova un interlocutore perchè anche Veltroni ha fallito. Questa è l'opportunità oggi, diventare gli interlocutori di quell'Italia» che non crede al sistema dei due partiti.