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Quella social card inesorabilmente vuota

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Possessore dello strumento di pagamento elettronico governativo dal saldo ancora pari allo zero un lavoratore precario della provincia di Latina, moglie e figlia minore di tre anni a carico, reddito inferiore ai seimila euro. Ricevuta la carta acquisti lo scorso 1 dicembre all'ufficio postale di Formia, il protagonista di questa ordinaria storia di disagio economico e lungaggini burocratiche ha atteso l'accredito dei 120 euro dovuti per ottobre, novembre e dicembre. Benché la lettera del Ministero parlasse di due giorni lavorativi successivi alla consegna perché essa fosse ricaricata, 120 ore dopo l'emissione e la contestuale attivazione la card è ancora priva di soldi e inutilizzabile. Non domo e spinto dal bisogno materiale, il povero protagonista, aiutato fin qui solo «sulla carta», ha chiesto lumi tanto agli operatori del numero verde dedicato quanto agli impiegati postali. Risposta la stessa: ritardi sulla tempistica preventivata e pubblicizzata. Pare, cioè, che la stragrande maggioranza delle carte fin qui emesse siano state solo attivate e non ancora caricate. Inoltre, pur se carica, la carta risulterebbe comunque non adoperabile fino in fondo. Da un lato per la non ancora pervenuta busta contenente il codice pin, dall'altro per l'impossibilità di ricevere sconti sulla spesa data l'assenza in zona di negozi che espongono il simbolo del carrellino di adesione alla misura.

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