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E la Iervolino inventa «potentati» contro di lei

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Così, quando un sondaggio Swg su un campione di 800 napoletani (pubblicato ieri da «Il Mattino» ndr) spiega che l'84% degli intervistati si dichiara poco o per nulla soddisfatto dell'amministrazione comunale ritenendola responsabile del peggioramento della qualità della vita, il sindaco risponde senza mezzi termini: «Non lascio perché sondaggi più o meno guidati e potentati economici strillano. Mi farebbe molto comodo lasciare da tutti i punti di vista: di salute, di famiglia, economicamente, perché non ci vuole nulla a guadagnare come avvocato quello che qua si guadagna in un mese». «C'è un modo - sottolinea il primo cittadino - che è previsto dalla legge per far dimettere un sindaco ed è la mozione di sfiducia in Consiglio comunale. Lo facciano ed io naturalmente ne prendo atto, ringrazio per l'esperienza fatta e me ne vado». Ad infiammare ulteriormente il clima politico c'è poi lo scontro con il consigliere regionale di An Pietro Diodato che, in una conferenza stampa, ha riferito che un assessore comunale a marzo del 2006, gli anticipò che la gara per l'affidamento del Global service manutentivo del patrimonio stradale del Comune di Napoli - ora al centro dell'attenzione delle indagini - sarebbe stata vinta dalla Romeo. Per l'esponente di An, «su tutta la vicenda Global Service il sindaco Iervolino ha gravi responsabilità morali e politiche». Quanto alla vicenda che ha portato al suicidio dell'ex assessore Giorgio Nugnes Diodato aggiunge: «Non vorrei che si fosse fidato a tal punto che qualunque cosa gli passasse il sindaco lui l'accogliesse. Perché hanno dato a lui la delega alle strade e poi gliela hanno tolta? Non si può buttare la croce su di lui». La Iervolino, però, non sembra turbata e risponde dando mandato al suo avvocato di querelare Diodato con richiesta di un risarcimento danni di 1 milione di euro da destinare al dormitorio pubblico di via De Blasiis a Napoli.

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