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E Franceschini sbotta: «Dovete sospendere Cioni»

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Tra poco ci sarà il voto finale e i deputati ne approfittano per fare quattro chiacchiere sui divanetti del Transatlantico. L'attenzione dei più è catturata da Enrico Letta e Gianni Cuperlo che, nel giorno in cui dalle pagine di Repubblica Walter Veltroni invita chi non lo vuole come segretario a farsi avanti, discutono fitto. Proprio loro che vengono spesso descritti come gli «astri nascenti» del Pd. Di cosa staranno parlando? Che stiano mettendo a punto la loro strategia? Poco distante Livia Turco saluta affettuosamente Franca Chiaramonte, mentre Dario Franceschini è alle prese con un giornalista. Poi, il vicesegretario del Pd prende il cellulare: «Dove sei?» Riattacca. «Mi ha detto che è in Transatlantico, ma dove?» Passano pochi minuti ed ecco apparire il misterioso interlocutore. È Michele Ventura, deputato toscano del Pd in quota ex Ds. Ma toscano è una indicazione troppo vaga, Ventura è di Firenze (è nato a Sesto Fiorentino una decina di chilometri dal capoluogo). Franceschini lo prende sotto braccio. I due si fermano al centro del Transatlantico e il vicesegretario inizia a urlare. «Abbiamo già un sacco di casini - esordisce - e quello mi chiama e mi dice: sospendiamo le primarie. Non si può fare». Ventura annuisce. È chiaro il riferimento alle primarie fiorentine e al terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla città. Dei quattro in corsa per scegliere il successore del sindaco Leonardo Domenici uno, l'assessore diessino Graziano Cioni, è indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulla trasformazione urbanistica dell'area Castello. Ed è proprio lui che, intercettato, tira in ballo un altro candidato alle primarie: il presidente democristiano della provincia Matteo Renzi (comunque estraneo alla vicenda ndr). Come se non bastasse, nel giro di poche settimane, il Pd ha dovuto accogliere le dimissioni di Gianni Biagi, altro assessore indagato, e del capogruppo in consiglio comunale Alberto Formigli, coinvolto in un'altra inchiesta. Ma a preoccupare Franceschini sono soprattutto Renzi e Cioni. Anche perché quest'ultimo, nonostante il segretario cittadino Giacomo Billi gli abbia chiesto di fare un passo indietro, non ha nessuna intenzione di mollare. «Bisogna trovare un modo formale per sospendere quelli che sono coinvolti - rilancia - non può essere una decisione politica. Magari puoi dire che chi è stato sanzionato dal collegio dei garanti del partito non può partecipare alle primarie. Bisogna inventarsi qualcosa. Anche perché, se lo chiamo io Cioni, quello mi manda a quel paese». Ventura sorride, la campanella che preannuncia votazioni in Aula comincia a suonare. I due entrano nell'emiciclo. In serata a Firenze, si riunisce l'assemblea cittadina del Pd. Sul tavolo c'è proprio l'idea lanciata da Franceschini: i casi di Cioni e Renzi potrebbero essere portati davanti alla commissione dei garanti. Con una sanzione, la sospensione dalle primarie sarà automatica. E proprio ieri sera a Firenze, durante l'assemblea del Pd cittadino, è circolato un ordine del giorno presentato da alcuni dirigenti del partito in cui si ribadisce la solidarietà a Cioni ma si sottolinea l'opportunità di rinunciare a correre, «gesto utile per proseguire serenamente verso il prossimo appuntamento elettorale» e «un atto di responsabilità personale perché non gravino sulle primarie elementi che possano far risultare meno autorevole il Pd».

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