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Bonaiuti: "La sinistra champagne pensa solo ai ricchi"

Il sottosegretario Paolo Bonaiuti avverte che il condono non sarà approvato

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Poi aggiunge subito: «E non è finita. A gennaio, nella seconda metà, faremo gli Stati generali del settore. Un grande dibattito sul futuro di questo comparto e presenteremo uno studio complessivo con dati e cifre non fornite dagli editori ma da fonti istituzionali». È dai tempi del Garante per l'editoria che non si fa qualcosa di simile. «No, è la prima volta in assoluto. Potremo continuare a discutere come abbiamo fatto finora convocando tutte le categorie prima di varare il nuovo regolamento che sta per essere inviato al Consiglio di Stato». Ci si arriverà con un clima di fuoco. «Clima di fuoco?» Sky, Rai, conflitto con la grande stampa... «Da dove vogliamo cominciare?». Cominciamo da Sky. «La nostra sinistra, che anticamente difendeva i ceti meno abbienti, è finita per fare le barricate in difesa dei gruppi più ricchi. Quello che è accaduto è davvero paradossale e spiega bene che tipo di opposizione c'è in Italia». Perché? «Perché la sinistra italiana ha fatto una doppia brutta figura. Primo perché a pensare al raddoppio dell'Iva era stato Prodi. Secondo perché le parole di oggi del portavoce dell'Unione europea, secondo il quale se non riallineassimo quell'aliquota incorreremmo in una procedura d'infrazione, mettono la parola fine su questa assurda polemica». Tuttavia il presidente del Consiglio, in tutta replica, ha aperto un conflitto con la grande stampa, consigliando ai direttori di «Corriere» e «Stampa» di "andare a casa" e "cambiare mestiere". «Conflitto? Io non vedo alcun conflitto da parte del governo verso nessuno. Il presidente ha solo risposto a delle critiche, in uno spirito dialettico». Però la legislatura era iniziata con un sostanziale sostegno della grande stampa al governo. Oggi il clima è cambiato? «No, guardi, sostegno non mi sembra una parola esatta». E qual è quella giusta? «Direi equidistanza». Be', rispetto agli editoriali di Mieli che suggeriva di votare Unione era già un bel passo in avanti. «Scusi, abbiamo appena finito di dire che questa sinistra champagne si occupa di vicende che interessano poche persone e lei insiste su questi argomenti? Posso rispondere ma credo sia un dibattito che interessa solo noi giornalisti». Vero, sono le principali questioni che pone l'opposizione. Secondo lei perché la sinistra è così sensibile a vicende che riguardano la tv, la Rai? «È il vecchio retaggio di Walter Veltroni che si porta dietro da quando era capo dell'ufficio propaganda del Pci. Da allora è geloso della Rai e quando pensa che si stia avvicinando l'ombra di qualche avversario, scatta. S'inalbera». Ma sospetto interno o esterno al Pd? «Non lo so, so che all'interno per esempio dei Tg delle sedi regionali Rai la sinistra ha una prevalenza anche dell'80%». Come finirà il caso Villari? «Vicenda che riguarda il Parlamento». Allora parliamo di un argomento che interessa una platea più vasta. Telecom annuncia altri 4000 esuberi. Un'altra grande azienda in crisi. Il clima comincia ad essere preoccupante? «Non abbiamo mai sottovalutato la crisi e i suoi effetti sull'economia reale. Tanto è vero che siamo stati i primi a fare un intervento a sostegno delle banche e affinché gli istituti di credito non sottraessero liquidità alle imprese. Ora abbiamo varato un nuovo sostegno alle famiglie, con un bonus in relazione ai figli e poi c'è l'aiuto alle fasce più deboli con la "carta acquisti" da 480 euro all'anno». Le avvisaglie però sembrano essere peggiori. «Questa crisi si supera con la fiducia. Negli Stati Uniti il primo week end di Natale ha fatto registrare un +17% dei clienti nei negozi con un +7% della spesa». Però in Italia Telecom arriva dopo Alitalia e dopo Fiat. Sarà un 2009 disperato? «Ma anche negli Usa Gm perde colpi. Anzi, è sull'orlo del tracollo. Eppure gli americani hanno già compiuto nel primo fine settimane di shopping spese per 372 dollari a testa. Questo grazie anche a una forte campagna di sconti e di incentivi alle vendite. E anche Opel traballa in Germania, ed è tutto il settore dell'auto in crisi» E l'Italia? «Credo che l'unica ricetta per uscire dal tunnel sia quella suggerita dal presidente Berlusconi. Fiducia e consumi per rimettere in moto le piccole e media imprese, quei milioni di piccoli imprenditori e di artigiani che sono il petrolio del sistema Italia».  

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