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Il Governo non fa sconti a Sky

Giulio Tremonti

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Ci sono due problemi in ballo: trovare i soldi per il decreto sugli aiuti alle famiglie e adeguarsi a un dettato europeo. Non solo. Di ritorno a Roma se la prende con la sinistra che lo ha attaccato «dimenticando che il riallineamento dell'Iva era stato già concordato da Prodi con la Ue», e con i giornali «che invece di chiedersi come mai c'era un rapporto privilegiato nei confronti di Sky attaccano me, che vergogna!» Poi indirizza il tiro ai «direttori di giornali come La Stampa e il Corriere che dovrebbero andarsene a casa, cambiare mestiere». Le parole del premier arrivano al termine di una giornata in cui si è sviluppato un sottile gioco di sponda con il ministro dell'Economia Tremonti. Berlusconi fa le grandi strategie, Tremonti sempre più il guardiano dei conti pubblici e l'interlocutore di riferimento dell'Unione Europea. Esplosa la bufera su Sky, il premier da una parte fa finta di non saper nulla addossando la completa responsabilità al ministro dell'Economia, dall'altra avvia una serie di contatti con Sky. Tant'è che poco prima che Tremonti dicesse, al termine dell'Ecofin a Bruxelles, che «non c'erano alternative all'Iva dal 10% al 20% per le pay tv», si era sparsa la voce dentro Sky che una via d'uscita si sarebbe trovata e che quindi gli spot anti governo sarebbero stati interrotti. Così mentre da Palazzo Chigi fervevano i contatti con Sky, Tremonti faceva il mastino a Bruxelles. Ecco il ministro dell'Economia dire al termine dell'Ecofin, che «non c'erano alternative all'aumento dell'Iva dal 10% al 20% per le pay tv. E poi: la norma che rialza l'Iva per i servizi Sky serve «per evitare l'apertura di una procedura di infrazione Ue, il cui termine scade in questi giorni». Tremonti spiega a chiare lettere che «il sistema italiano era fuori della legittimità della Ue giacchè prevedeva aliquote diverse per uno stesso servizio». Quindi «non c'erano alternative» Il ministro rincara la dose dicendo che «senza le indicazioni di Bruxelles non lo avrei fatto e poi queste risorse copriranno interventi sociali». E siccome Tremonti è uomo di cifre e documenti eccolo mettere sul tavolo un plico con la giurisdizione di Bruxelles a conferma dell'«anomalia italia». Poi la battuta: «Toglietemi tutto tranne Sky». Poche frasi per spezzare le spade polemiche di Sky ma anche per rintuzzare le polemiche che vengono da sinistra. Anche sul fronte del Pd tra Berlusconi e Tremonti c'è un gioco delle parti. Il premier ieri ha lanciato una sfida al partito di Veltroni. «Se la sinistra insiste perchè si cambi questa norma, sono d'accordo a dimezzare l'Iva purchè si rispettino le norme Ue». E da Bruxelles Tremonti rilanciava: «il governo Prodi si era impegnato ad eliminare queste asimmetrie». In serata Berlusconi mette una pietra tombale su tutta la discussione: «Sull'Iva non torniamo indietro neanche per sogno, perchè non sapremmo dove trovare i soldi e dunque resta l'abolizione di un privilegio».

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