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E il segretario prova a recuperare i secessionisti

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La sua proposta di dar vita ad un coordinamento delle Regioni del Nord autonomo da Roma ha infatti scatenato l'ennesimo scontro interno al Pd. Certo il segretario, forse per paura di perdere un bacino elettorale importante, si dice favorevole al progetto, ma non tutti la pensano come lui. «Sono assolutamente aperto perché ritengo che un coordinamento del Nord possa essere utile ritengo, non da oggi, ed avere un ruolo e una funzione nell'elaborazione di linee, strategie e alleanze - spiega Veltroni conversando con i giornalisti a margine del Consiglio del Pse -. È una struttura che può avere un peso e un'importanza ed è un'altra delle tante forme di democrazia che per fortuna noi abbiamo a differenza di altri partiti che sono a struttura imperiale». D'accordo con lui Enrico Letta che, intervistato da Youdem Tv, invita a promuovere un modello di partito «con i piedi piantati sul territorio» anche perché, spiega, «un partito romanocentrico non vincerà mai. Noi non abbiamo ancora ben capito che l'Italia ha delle enormi differenze, non solo tra nord e sud, ma anche all'interno dei nord e dei sud». Di tutt'altro parere Rosy Bindi che, piuttosto che un Pd del Nord, gradirebbe un Pd federale: «È necessario creare un grande partito nazionale. Nessuno pensi di fare il partito di una parte d'Italia contro un altro partito di un'altra parte». Un rischio tutt'altro che remoto visto che, mentre Chiamparino lavora ad un coordinamento del Nord, il deputato calabrese Franco Laratta pensa già ad un Pd del sud. Mentre Sergio D'Antoni si domanda: «Un assetto su macroaree è inadeguato, è fuori dall'ordine delle cose ragionevoli. A quel punto che dovremmo fare? Un partito del Nord, uno del Centro e uno del Sud?» Insomma, la polemica si infiamma e se il sindaco di Venezia Massimo Cacciari lancia Chiamparino come leader del Pd del Nord, Pierluigi Mantini chiede le sue dimissioni da ministro ombra delle riforme istituzionali. Prova a sdrammatizzare Massimo D'Alema che prima spiega che «nessuno ha parlato di un Pd del Nord, lo hanno fatto i giornali» e poi si concede una battuta su possibili alleanze con il Carroccio: «La Lega è alleata con Berlusconi bisognerebbe chiedergli di svincolarla come si fa con i calciatori». Ma è proprio questo punto che Sergio Cofferati lancia la sua offensiva. Probabilmente la più dura. Il sindaco di Bologna ricorda a Chiamparino che anche l'Emilia Romagna fa parte del Nord e quindi, così come è stato concepito (il sindaco di Torino ha escluso la Regione ndr), il coordinamento è «un un partito subalpino». Poi affonda: «Quella alla Lega è un'apertura di credito che trovo sconcertante, senza che esista una ragione che la possa incoraggiare». Ci pensa il ministro dell'Interno Roberto Maroni, a margine della firma di un patto per la sicurezza a Varese, a mettere tutti d'accordo: «La Lega è forte, aumenta nei consensi, dunque non ha bisogno di nessuno men che meno di un partito che non esiste».

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