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An e Fi, storia di una fusione complicata

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Leggendo il programma dell'incontro tra i 27 ministri europei si notano diversi punti, ci sono anche i brevetti comunitari e il quadro giuridico dei giochi d'azzardo. Sul tavolo c'è però, soprattutto, la crisi economica con la discussione del piano Ue di rilancio. Una prima riunione, dunque, in vista del Consiglio europeo della prossima settimana. Durante il viaggio si ha l'occasione di scambiare due chiacchiere con il ministro. Innanzitutto la crisi. «Il piano anti-crisi Ue detta linee guida in cui ci riconosciamo. Da parte italiana abbiamo realizzato uno sforzo ambizioso e speriamo nella stessa ambizione da parte dell'Europa, perchè questa non è una crisi, questa è la crisi». Qualche cronista tenta di incalzare il titolare delle Politiche Europee sulla polemica italiana "aumento dell'Iva sui canoni Pay-tv". Ma lui, con un aplomb impeccabile, taglia corto: «In Europa parlo solo di questioni europee». Poco più tardi però, durante la conferenza stampa di fine riunione, qualche dettaglio in più lo da. «È stato posto rimedio ad una stortura di precedenti governi. Detto questo il Parlamento sarà chiamato a confrontarsi». Il ministro Ronchi non ne parla facilmente. Anche perché la posizione di An su questa vicenda appare un po' diversa da quella di Fi. Basta osservare le prime reazioni alla notizia della norma inserita nel dl. Da An, pochissimi commenti, mantenendo una posizione "attendista", si aspetta cioè che la questione venga affrontata in Aula. Da via dell'Umiltà è stato subito fatto muro alle polemiche sollevate dall'opposizione, con una pioggia di dichiarazioni forziste a difesa della norma sotto accusa. E questo non è un caso. Il malessere che c'è tra i due partiti, attori protagonisti del progetto Pdl, non è cosa nuova, qualcuno lo ipotizzava già durante l'estate. Ma oramai si è arrivati al dunque, il Pdl è alle porte, e quindi siamo nel cloù della fusione. Rientrando a Roma Ronchi smette per un attimo i panni da ministro, e torna ad indossare quelli di portavoce di un partito. Sorseggiando un caffè, ha davanti a sè alcuni lanci di agenzia sul suo tour elettorale in Umbria, sabato scorso. E qui arrivano le note dolenti. Lui non parla, resta in silenzio e legge con attenzione. Sbirciando sui fogli viene subito all'occhio lo slogan utilizzato incontrando la classe dirigente: «An si scioglie ma non si scioglie». Poche parole ma che implicano la preoccupazione che larga parte della base ha in questi momenti. Quella cioè di essere sotto scacco di Forza Italia. Dal territorio gli sos aennini che arrivano sono tanti e anche su questo giornale spesso lo abbiamo raccontato. A domande su questo il ministro non commenta. Spiega solo che ora la cosa importante è «ribadire alla nostra classe dirigente che An confluisce sì nel nuovo partito, ma mantiene la propria identità e i propri valori». Sarà forse anche per questo che quasi tutto lo stato maggiore di An ha calendarizzato una serie di appuntamenti sul territorio: da Gasparri a La Russa, da Matteoli a Ronchi. Certo, non aiuta avere Gianfranco Fini fuori gara, essendo il Presidente della Camera. Ma, seppur in penombra il confronto con l'ex presidente di An, rimane. Anzi, già nei prossimi giorni ci potrebbe essere un incontro, del tutto riservato, per fare il punto su tutto, a cominciare dalla questione Pay-tv.

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