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Tar imbavagliato, al via le Opere

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E il gesto ha assunto un effettivo valore simbolico se si pensa a quanti articoli contiene il provvedimento e soprattutto, probabilmente, a quanto il ministro dovrà faticare per far digerire al Parlamento tutto quello che c'è scritto sopra. Già, perché sono state onfermate le misure che da giorni circolavano sotto forma di indiscrezioni. E dunque: bonus alle famiglie fino a mille euro, tasso dei mutui variabili al massimo al 4% per tutto il 2009, misure di moral suasion sui fornitori di servizi pubblici per ridurre le tariffe, pagamento per cassa delle fatture e quant'altro a favore delle imprese. Poi la sorpresa. Un punto che cade quasi inosservato. Si tratta delle misure per accelerare le opere pubbliche, grandi e piccole, ormai non c'è più distinzione per il Governo. Ebbene arriva un commissario unico per ogni progetto approvato e pronto a diventare un cantiere. Un responsabile che deve assicurare la legittimità dell'esecuzione ma, soprattutto, far rispettare i tempi previsti nel calendario dei lavori. Solo la preparazione dell'asso che Tremonti ha calato dopo qualche minuto. «I ricorsi al giudice amministrativo non bloccano la costruzione delle opere ma danno diritto, eventuale, al risarcimento del danno» ha sibilato gelido il ministro. Una frase che significa la fine di un sistema che consentiva praticamente a chiunque, privati cittadini ed enti pubblici, di mettersi di traverso a qualuque progetto infrastrutturale in fase di avvio. Bastava una carta bollata, una richiesta di sospensiva al Tar, e il gioco era fatto. Nel senso della partenza di estenuanti trattative per ottenere opere compensative al comune attraversato da un'autostrada o da una ferrovia. O risarcimenti in denaro che comunque facevano lievitare i costi e rallentare ogni cantiere installato nella Penisola. Tremonti ha cancellato giurisprudenza e sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Spesso strumentalizzare ed utilizzate a fini di ricatto. Il ministro lo ha sottolineato: «Alla fine della crisi l'Italia sarà migliore». Il provvedimento non è improvvisato. Tremonti, il sogno di bloccare chi ha sempre bloccato, lo coltivava da tempo. In una frase pronunciata all'ultimo G20 la premonizione: «Il new deal di Roosvelt non ci sarebbe stato se in America a quel tempo ci fossero stati i Tar». Detto. Fatto. Quanto alle altre misure ecco le principali. Bonus alle famiglie. Non sarà cash ma arriverà attraverso le detrazioni dell'Irpef. Sarà destinato alle famiglie a basso reddito, da 22.000 a 35.000 euro, e sarà compreso tra 200 e 1.000 euro. Mutui variabili. Il tasso variabile non potrà superare il 4%. Se supera il 4% il governo interviene e si accolla il debito differenziale». Sui mutui futuri il tasso di riferimento è il tasso di sconto della Bce. Detassazione straordinari. Viene messa «da parte» la detassazione degli straordinari. Mentre resta l'agevolazione per i premi di produttivita. Sarà applicato ai redditi fino a 35.000 euro (il tetto precedente era di 30.000 euro). La detrazione inoltre sarà estesa anche a un settore della P.a.: quello della sicurezza, forze armate e anche soccorso. Bond per le banche Introdotto in meccanismo di finanziamento attraverso strumenti bancari sottoscritti dal Tesoro. Neonati. In arrivo un «prestito» «a tasso particolarmente agevolato». per «supportare le spese connesse alle esigenze dei primi anni di vita»

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