Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Cav vuole l'Abruzzo per liberarsi di Veltroni

default_image

La vittoria metterebbe ancor più nei guai Walter E sarebbe una batosta anche per Di Pietro

  • a
  • a
  • a

Teramo, poi L'Aquila e Pescara con Montesilvano. E non è finita perché in calendario c'è già un'ulteriore tappa, a Chieti, per la chiusura della campagna elettorale. E se, come sembra, ci sarà il rinvio del voto alla metà di dicembre (invece della prossima domenica), potrebbe esserci ancora un altro tour. Insomma, volendo utilizzare una terminologia prettamente imprenditoriale, Berlusconi ci ha investito. E non poco. Se Gianni Chiodi dovesse vincere, nel Pdl non hanno dubbi («Siamo undici punti sopra», ha detto il leader dal palco di Montesilvano ieri sera), il voto avrà ripercussioni a livello nazionale. Intanto perché è il primo voto vero - oltre a quello di Trento, ma erano consultazioni provinciali - dopo le Politiche di aprile. Perché il centrodestra riuscirebbe a strappare una Regione al centrosinistra. Perché sarebbe un ulteriore colpo alla leadership di Veltroni che, per dirla con Arturo Parisi, trionfa nell'Ohio (vista la festa che hanno organizzato i veltroniani per Obama) e perde in Abruzzo. E dunque è facile immaginare che se il successore di Ottaviano Del Turco sarà targato Pdl il Walter nazionale potrebbe vantare per la sua segreteria esclusivamente la vittoria nella città del Concilio che tra l'altro era la conferma di una guida di centrosinistra. Per il resto solo sconfitte. Una nuova metterebbe l'ex sindaco di Roma ulteriormente nei guai in vista del test determinante delle Europee che ci sarà a giugno prossimo. È chiaro che all'interno del Pd si accelererebbero le richieste di un anticipo del congresso nazionale. Che il clima sia effettivamente cambiato e si stia entrando in una dinamica pre-elettorale interna lo dimostra anche ciò che non fa clamore. Enrico Letta, per esempio, ha trascorso il week end a Napoli per lanciare la sua nuova associazione: si chiama 360 perché vuole guardare a 360 gradi, oltre i tradizionali confini del suo elettorato, degli ex Popolari e del Pd. A benedire l'iniziativa anche c'era Paolo De Castro, presidente di un'altra associazione pesante, la dalemiana Red. E l'iniziativa è solo la prima visto che l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha presentato anche un progetto, «Donne al volante», affidato alla «sua» Alessia Mosca che avrà il compito di girare l'Italia a sensibilizzare l'occupazione femminile. Anche dentro il Pd c'è chi scalpita. In modo sempre più evidente. Ci si prepara a una nuova battaglia interna. Ma il voto abruzzese finirà con l'avere ripercussioni sull'intero centrosinistra nazionale. Perché sarebbe una batosta anche per Antonio Di Pietro, che qui per la prima volta impone un suo candidato, Carlo Costantini, all'intera coalizione. E avendo impostato una campagna elettorale tutta alla dipietrista, all'abbattimento dell'avversario. Berlusconi fa finta di non sapere nulla. E in conferenza stampa, quando gli viene posta la domanda su che tipo di riflessi si attende nell'opposizione, gli scappa da ridere ma seriamente afferma: «Sembrerà strano ma io mi occupo di quello che accade nella mia parte politica». La sua parte politica è chiamata al primo vero test nazionale per il Pdl, formazione che si appresta ad affrontare la sua prima elezione regionale. Lui, Silvio, è tutto per Gianni Chiodi, un candidato «anomalo». Commercialista, è sceso in politica la prima volta perdendo la scalata al Comune di Teramo. L'opposizione a guidare i gruppi del centrodestra coordinati, poi la nuova scalata e la vittoria. Ora prova la scalata alla Regione con slogan quasi ecumenici, che guardano anche a sinistra. Lancia la «Casa Abruzzo», afferma che vuole rappresentare tutti, parla facendo scarni riferimenti alla collocazione politica. A Berlusconi piace molto: «Hanno scritto che ho scelto Gianni Chiodi perché è bello di aspetto. Vedete come funziona la semplificazione dei giornali?». E sorride. Sorride perché una vittoria in Abruzzo rilancerebbe anche la sua immagine, offuscata da un autunno di proteste e di battaglie soprattutto sul fronte scuola. Un successo netto lo farebbe tornare il vincitore sorridente, lo metterebbe al riparo dall'inverno gelido in termini di consenso e lo lancerebbe verso le Europee nel migliore dei modi.

Dai blog