Segolene, il fascino perdente del nuovo
Il responso delle primarie ha dato ragione a quest'ultima, che ha ottenuto 67.413 voti contro 67.371 su 134.784 dei 233mila aventi diritto. Ma per il partito potrebbe essere la classica vittoria di Pirro. E le conseguenze potrebbero risultare drammatiche, fino ad arrivare alla catastrofe della scissione. Anche perché la perdente non ha accettato la sconfitta, chiedendo una nuova votazione, mentre l'eletta ha escluso una terza chance. «Non ci faremo rubare questa vittoria, andremo fino in fondo e non escludiamo alcuno strumento politico o giudiziario», hanno tuonato i sostenitori della prima, invocando addirittura la rivolta dei militanti. «Non c'è motivo di tornare alle urne», hanno replicato i supporter della seconda. Un risultato, quello del ballottaggio fra le due candidate alla segreteria socialista che rappresenta un altro schiaffo alla bella ed elegante Segolene dopo la batosta subita da Sarkò alle presidenziali e che proietta le sue cupe ombre sulle sempre più laceranti polemiche interne al Pd di Veltroni. La Royal accusa l'avversaria di averle «rubato» voti in due circoscrizioni dove le sue quote risultando singolarmente più basse rispetto alla media nazionale. La Aubry ribatte sostenendo che anche in qualche regione del sud del Paese ci sono stati brogli. E l'ex segretario Francois Hollande (che si trova in una bizzarra situazione, essendo l'ex marito di Segolene e il dirigente preso di mira più volte da Martine), ha annunciato che martedì sera il Consiglio nazionale designerà «la prima segretaria del partito». Ma, qualsiasi sarà la scelta del consiglio, nessuna delle due fazioni ne sarà soddisfatta. Troppo esiguo il divario di consensi, troppo netto lo scontro fra due concezioni opposte della politica, del riformismo e, soprattutto, del socialismo. Inoltre, Segolene, figlia di un colonnello d'artiglieria, conta sull'appeal che ha nella base, tenta di presentarsi come un'esponente anti-apparato e promette il cambiamento. Martine, che ha per padre Jaques Delores (ministro e presidente della Commissione Ue negli Anni '80), appare più radicata nell'apparato dirigenziale del Ps. La battaglia rappresenta, in ogni caso, una novità in Europa: mai si erano viste due donne contendersi la carica più alta del Ps: la Aubry forte della sua esperienza come ministro del Lavoro, «madre» della settimana corta e sindaco della città di Lilla; la Royal, governatrice della regione Poitou-Charentes, prima candidata a superare il primo turno alle presidenziali e irrobustita dal responso delle primarie del 2007, quando trionfò con il 60,62% dei voti. In attesa dell'epilogo, queste burrascose primarie al fotofinish fanno riflettere anche noi italiani. Nel Pd, infatti, lo scontro fra Veltroni, Bindi e Letta già in partenza non presentava alcuna sorpresa. E la vittoria di Walter era ampiamente scontata.