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Petrolio ancora in calo risparmi per 2000 euro

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Il manager si è poi soffermato sulle ipotesi di una ripresa del nucleare in Italia. Lo sforzo di parte politica è «lodevole», ha detto, ma alla fine dovrà confrontarsi con un popolo di «ipocondriaci furbacchioni» e «anche se domani il governo decidesse la ripresa del programma nucleare non succederebbe nulla lo stesso», perchè «quelli che non vogliono non sono i politici, sono i cittadini». Il prezzo del barile in settimana è sprofondato sotto i 50 dollari tornando ai valori di oltre tre anni fa, dopo che solo in aprile aveva toccato picchi al di sopra dei 145 dollari. «La caduta del prezzo del petrolio, se il prossimo anno resterà ai livelli attuali - ha spiegato così Scaroni -, farà sì che ogni famiglia europea avrà a disposizione 2.000 euro in più per altri consumi. Ogni famiglia americana avrà 4.000 dollari in più». Sembrano escluse per ora attese di recupero nei prezzi: le quotazioni scenderanno «secondo me ancora per un po'», ha detto l'ad Eni ricordando comunque che la prossima settimana una riunione dei paesi produttori aderenti all'Opec, il 27 novembre al Cairo, potrebbe parlare di tagli alla produzione («Penso che non taglieranno il 27, ma potrebbero preparare un taglio qualche giorno dopo»). Scaroni è poi tornato sulle critiche espresse con forza già in passato al protocollo di Kyoto e al programma europeo 20-20-20 che prevede entro il 2020, tagli almeno del 20% alle emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990, e un aumento non inferiore al 20% della quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia dell'Unione. Scaroni ha notato come però l'obiettivo di un risparmio energetico del 20%, il terzo punto del programma, «è stato abbandonato per strada, ma è proprio quello che aveva più potenzialità perchè sul risparmio energetico molto può essere fatto». Intanto è atteso il primo via libera al Piano d'azione Ue per il rilancio dell'economia da oltre 100 miliardi di euro che presenterà mercoledì prossimo. Pacchetto il cui via libera di fatto arriverà lunedì, con la sua approvazione da parte dei capi di gabinetto dell'esecutivo europeo. Sostegno alle famiglie più povere e ai lavoratori che perdono il posto; aiuti di Stato mirati e temporanei alle imprese in crisi; sussidi a chi produce auto pulite e case ecologiche; possibilità di allentare i cordoni del deficit per finanziare le misure anticrisi; rafforzamento del ruolo della Banca europea degli investimenti (Bei) per rilanciare le grandi opere; riduzione delle tasse per chi produce beni o servizi a basso consumo energetico: queste alcune delle «misure eccezionali» previste dal piano della Commissione, al quale dovranno attenersi tutti i piani anticrisi dei governi europei (quello italiano sarà varato venerdì), in modo da garantire un «approccio che sia il più coordinato possibile». Evitando così che l'intervento dei singoli Paesi si trasformi in una corsa folle ai sussidi pubblici, che per Bruxelles porterebbe a danni ancor più gravi per l'economia.

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