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In ordine sparso anche sulla giustizia

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E lo fa nel corso del convegno organizzato a Roma per illustrare agli operatori del diritto le proposte del Pd per ridisegnare l'ordinamento giudiziario. «Le riforme non si impongono», afferma Veltroni, «né si fanno contro qualcuno», ma si dovrebbero scrivere insieme, solo «nell'interesse dei cittadini». Ora però, far questo, sembra difficile perché, sottolinea il segretario del Pd, «non è certo il tempo di cose razionali», ma «delle contumelie e dell'isteria». I Democratici, insomma, dice ancora Veltroni, vogliono cercare di cambiare le cose perché «in Italia, ora, la giustizia è negata». E così presentano un pacchetto di proposte: una sorta di decalogo per riformare il processo penale, quelli civile e amministrativo, il sistema delle intercettazioni, il regime penitenziario e il Csm. Ed è proprio sull'organo di autogoverno della magistratura che nel Pd, però scoppia la polemica. E si creano divisioni. Il presidente dei senatori Anna Finocchiaro, ad esempio, è contraria a che si apportino modifiche attraverso ritocchi costituzionali. E dello stesso avviso è anche Veltroni. Luciano Violante, invece, non condivide. Sulle posizioni di Violante è il deputato Pierluigi Mantini. «Occorre depotenziare la logica correntizia del Csm - avverte - con un terzo dei componenti di nomina del capo dello Stato».

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