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La rivolta dei quarantenni "Vogliamo contare di più"

Mara Carfagna

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Insomma, dietro il caso Villari si intrecciano questioni più complesse che stanno cambiano i rapporti di forza all'interno del Pdl. Ma la piccola rivolta che sta avvenendo a destra contagia piano piano anche il Pd, l'Udc, il centrosinistra in genere. Succede che ad architettare la candidatura Villari è stato in modo particolare Italo Bocchino, 41 anni, giovane vicecapogruppo alla Camera del Pdl, molto vicino a Gianfranco Fini. E il suo uomo, Villari appunto (in corsa nella rosa con Carra, Beltrandi e D'Alia), ha riscosso l'ok anche del capogruppo pidiellino al Senato, Maurizio Gasparri, e poi di quello alla Camera Fabrizio Cicchitto. Ma Bocchino non è uno che si muove solo sul fronte Rai. Anzi, è stato l'allievo prediletto di Pinuccio Tatarella, il primo a teorizzare sulla sua rivista Millennio, nel '97, la nascita di un partito unico. Lo chiamò Pud, partito unico della destra. Tatarella non era un tipo di grande fantasia, per questo oggi la «sua» creatura si chiama più berlusconianamente Pdl. Tutto ciò per dire che Bocchino si muove in una logica più vasta della semplice An ormai già da un decennio. E infatti il suo asse politico e l'amicizia personale con Mara Carfagna (33 anni), la ministra più nelle grazie del Cavaliere, è nota. Nelle ultime settimane Bocchino s'è dato da fare per sostenere la riforma della scuola e i provvedimenti sull'Università cercando una sponda anche con la competente ministra Mariastella Gelmini (35 anni). Al gruppetto sta cercando di unirsi anche Michela Vittoria Brambilla (41). La presidente dei Circoli della libertà è rimasta isolata politicamente soprattutto perché tutti i maggiorenti di Forza Italia le hanno fatto il vuoto attorno. E sta provando a rientrare nel giro, facendo network generazionale. Tutto ruota alla Camera, dove un altro da tenere d'occhio e che segue le manovre in modo più distaccato è Maurizio Lupi (49 anni). È l'unico dei quara-cinquantenni di Forza Italia che non ha avuto un incarico di governo (a differenza di Casero e Crosetto per esempio), ma siede sulla non secondaria poltrona di vicepresidente di Montecitorio. E si fa largo, forte anche del mondo di Comunione e liberazione che lo sostiene. Il patto dei quarantenni s'è per esempio messo in moto tre settimane fa quando si stava discutendo di legge per le Europee. In quell'occasione il movimento ha coinvolto anche il gruppo che ruota attorno a Gianni Alemanno, con Barbara Saltamartini. Non è un caso che non appena le «operazioni dei ragazzi» hanno fatto un passo in avanti, erano ad un passo dall'andare in porto, sono intervenuti i big e hanno fermato tutto. E non è neppure un caso che al posto di Villari, le grandi diplomazie tra Pd e Pdl abbiano scelto Sergio Zavoli, 85 anni, che s'è comunque prestato al gioco di togliere Veltroni dal girarrosto. La Rai comunque è stato un banco di prova. Intanto perché si tratta del primo blitz che è andato in porto. Naufragato appena giunto in banchina ma un approdo l'ha avuto. È stata una buona palestra intanto per intensificare i contatti tra ex numeri due che vogliono salire di livello. Si sono moltiplicate le telefonate (e i bigliettini) con Nicola Latorre, che proprio un quarantenne (ha 53 anni) non può essere considerato, ma è sempre meno soltanto il braccio destro di Massimo D'Alema. E si sono intensificati i contatti con Roberto Rao (40 anni compiuti a marzo), portavoce di Casini alla sua prima esperienza da deputato sebbene sia nel Palazzo da una vita. E lo scontro generazionale si trasferirà anche a viale Mazzini e Saxa Rubra dove già sono in conrso schermaglie tra quarantenni e sessantenni. La prossima prova sarà la Giustizia. Con in prima fila un altro ministro pesante, Angelino Alfano, 38 anni. La battaglia è appena cominciata.

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