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Epifani fa il catastrofista: «La crisi sarà una valanga»

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Se il governo va nella direzione sbagliata lo sciopero si farà». Intanto però il leader della Cgil dispensa pessimismo sulle difficoltà economiche del Paese. Dalla ricognizione «che stiamo facendo in queste ore — ha spiegato — esce un quadro sulla crisi molto più pesante, sta arrivando una valanga». La crisi «sta colpendo le nostre strutture. Regioni come l'Emilia Romagna che non avevano avuto problemi ne hanno di seri». Secondo Epifani, dunque, «c'è bisogno di un intervento molto forte, che abbia due caratteristiche: da una parte favorire l'accesso al credito, perché le banche hanno liquidità ma tendono a trattenerla, e dall'altra agire sulla crisi forte della domanda di consumi finali. Le famiglie non hanno soldi e spendono sempre meno. Quindi bisogna sostenere la domanda con sgravi fiscali e una politica di ammortizzatori sociali diversa, perché corriamo il rischio che centinaia di migliaia di persone restino senza tutele». Ma per Epifani può esserci un'ipotesi di candidatura alle europee? «Lasciamo perdere i rumors — ha risposto — I segretari della Cgil hanno una scadenza di mandato, cerco di arrivare alla fine, ma poi uscirò: è evidente». Il leader della Cgil è poi intervenuto sulla perduta unità sindacale con Cisl e Uil, «arroccandosi» sulle sue posizioni. «Non tocca a me fare il primo passo, sicuramente». Epifani non ha infatti digerito il vertice separato con il governo degli altri due sindacati: «Negare che l'incontro ci sia stato — ha spiegato — ha minato i rapporti di fiducia. Noi lavoriamo per l'unità, in momenti crisi ci sarebbe bisogno di unità: ma per ottenerla ci vogliono tre convergenze, per romperla ne bastano una o due». Pronta la risposta di Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: «Il mio sindacato l'ha sempre fatto in vita sua e lo farà anche stavolta, ma al primo passo della Cisl deve corrispondere almeno mezzo passo da parte degli altri». Poi ha rivolto un appello affinché «si ricostruisca la responsabilità e l'unità». La «spaccatura» sul fronte sindacale «non serve in questo momento», ha aggiunto. «Ognuno di noi — ha proseguito il numero uno della Cisl — deve parlare di merito, non di scuse. È il merito, ricordo a tutti, che deve restare al centro della discussione tra di noi. Il pettegolezzo non serve a nessuno e non è degno di un sindacalismo maturo». A suo parere, «il sindacato italiano deve essere unito comunque, proprio per l'emergenza che dobbiamo fronteggiare. Le fughe in avanti non servono a nessuno».

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