E adesso vacilla
Di questa contraddizione non si è mai dato conto e ad affermare che l'Alitalia era contemporaneamente un disastro ma anche corteggiatissima dall'estero erano a volte le stesse persone. Ma la partita per entrare nel ricco mercato italiano del trasporto aereo (mercato maggiore di quello francese) ha accompagnato l'intera vicenda, anche da prima che il governo Prodi mettesse in piedi il goffo tentativo di privatizzazione attraverso la gara più pazza del mondo. Gli appetiti francesi sono notissimi e storici. Datano dai giorni successivi al fallimento dell'accordo tra Alitalia e Klm e sono proseguiti negli anni con uno scambio azionario e un passaggio di informazioni gestionali. E anche con una specie di scambio di prigionieri (dorati), perché Jean-Cyril Spinetta ha seduto a lungo nel cda di Alitalia mentre l'italiano Francesco Mengozzi aveva trovato un posto in quello dell'Air France. Rapporto evidentemente proficuo per lìitaliano che ha continuato ad avere un'intesa privilegiata con la società francese fino a diventarne, è storia di questi giorni, una specie di rappresentante in Italia e a suggerire l'idea di affidare a Mediobanca l'operazione di ingresso dei francesi nel capitale dell'Alitalia. Mengozzi ha evidentemente prodotto qualche risultato. Lo si è visto in questi giorni con il tifo di gran parte della stampa italiana per la soluzione che vorrebbe Air France destinata con certezza a diventare il partner internazionale di riferimento della Cai. L'entusiasmo giornalistico lo si era visto per tutti i precedenti tentativi francesi. Quante volte è sembrata cosa fatta e quante volte abbiamo letto che quella francese era l'unica soluzione possibile. In realtà, però, è dall'inizio della partita che a giocare ci sono anche i tedeschi di Lufthansa, forse con meno visibilità, ma non con meno efficacia. Per loro l'Alitalia è vitale per non perdere un pezzo di traffico aereo che va ben oltre al già interessante mercato italiano. E il governo tedesco non ha perso l'occasione del vertice di ieri tra il cancelliere Merkel e Berlusconi per tornare a promuovere le ragioni della principale compagnia aerea nazionale. Sarà per l'eccesso di sicurezza un po' irritante dei francesi, sarà perché ancora ricorda con fastidio l'atteggiamento arrogante con cui Spinetta si era presentato a trattare nei giorni del passaggio dal governo precedente a quello in carica, ma Berlusconi, pur nel pieno rispetto dell'autonomia decisionale della Cai, si è speso a favore della Lufthansa. Dalla sua ha varie ragioni, perché tutta la rappresentanza politica ed economica del Nord è a favore della soluzione tedesca e anche un sindacato ora più che mai centrale come la Cisl ha sostenuto la stessa proposta. L'autonomia decisionale dei nuovi soci, lo ripetiamo, è pienamente rispettata. Ma è certo che dopo il vertice di ieri forse certe sicurezze filofrancesi hanno cominciato a vacillare.