«Un nome condiviso non c'è Riccardo resti al suo posto»
E anche se ottenne un solo voto in più rispetto alla maggioranza necessaria (25), non dovette affrontare diktat incrociati ed estenuanti trattative. Onorevole, cosa ne pensa della vicenda Villari? «Villari non si dimetterà e fa bene a non dimettersi». Veramente lui ha detto che è disponibile a fare un passo indietro se maggioranza e opposizione troveranno l'intesa su un nome condiviso? «Appunto, Villari non si dimetterà. Questa storia del nome condiviso è come l'albero di Bertoldo che, condannato a morte, chiese al sovrano un'ultima grazia: poter scegliere la pianta a cui essere impiccato. Lui, scaltro, scelse una piantina appena nata e si salvò». Sta dicendo che l'intesa non arriverà mai? «Stiamo parlando di ipotesi del quarto tipo e mi sembra inutile e fuorviante discutere di cose che non sono accadute. Lasciamo decidere a Villari cosa intende fare. Fermo restando che la sua elezione è valida dal punto di vista delle regole e politicamente legittima». L'opposizione, però, vi accusa di aver deciso voi chi doveva fare il presidente. «Villari rispetta quella regola non scritta che vuole presidente della Vigilanza un rappresentante dell'opposizione votato dalla maggioranza. E inoltre ha ricevuto anche tre voti dallo schieramento di appartenenza». Sarà, ma il Pd insiste nel chiedere le sue dimissioni. «Noi avevamo chiesto una rosa di nomi, ma il Pd si è attestato su una posizione rigida rifiutando qualsiasi convergenza anche dopo che noi avevamo rinunciato, su loro richiesta, alla candidatura di Pecorella alla Corte Costituzionale». Poniamo, però, che Villari decida di dimettersi. Cosa farete? «Villari può decidere liberamente, ma io resto convinto che debba restare al suo posto facendo prevalere la logica istituzionale su quella partitica. E poi, se il Pd proponesse altri nomi, significa che tutti vanno bene tranne lui. Perché? Sarebbe la prima volta che l'opposizione pone un veto su un proprio esponente. Questi sono capricci non è politica». E cosa dovrebbero fare? «Prendano atto che un loro rappresentante è stato eletto in maniera regolare alla presidenza della Vigilanza. Trovino, al loro interno, un meccanismo di compensazione per accontentare Di Pietro e permettano a Villari di adempiere ai suoi doveri». Come pensa che andrà a finire? «Non lo so ma credo che se, come nel gioco dell'oca, fossimo costretti a ritornare al punto di partenza, non sarebbe un bel risultato. Anche perché ritarderemo ancora il rinnovo dei vertici Rai. Tra l'altro l'opposizione si è sempre battuta per sganciare le istituzioni, soprattutto quelle di garanzia, dal ferreo vincolo della partitocrazia. Oggi, invece, vedo in giro una certa ipocrisia. Accompagnata, tra l'altro, da molto dilettantismo».