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La Cisl cede, la Uil vacilla

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E ieri pomeriggio, dopo aver valutato le proposte della Gelmini, Raffaele Bonanni ha deciso di revocare lo sciopero generale di domani. Seguito anche da Confsal Snals e Ugl. Insomma esiste una parte del sindacato che, dopo essersi confrontato con il governo, è disposto ad usare l'arma della ragionevolezza. Al contrario della Cgil che invece vuole andare allo scontro a qualunque costo. E non è finita. Anche la Uil potrebbe cedere. Certo, dal sindacato di Luigi Angeletti per ora si risponde ancora sulla linea della fermezza, si fa sapere che non ci sono novità, lo sciopero resta. «non siamo stati ancora convocati e non ci sono state date risposte a nessuna delle nostre richieste». Ma da viale Trastevere arrivano segnali di pace: «Pronti a convocarli al più presto e a dare tutte le risposte che chiedono».   Insomma, il fronte sindacale si va frantumando. Pezzo dopo pezzo e via via che si avvicina la manifestazione di domani. Ad aprire il fronte è stata la Cisl Università e la Fir Cisl che hanno spiegato come l'incontro di martedì sera è stato un «passo in avanti che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo». «Abbiamo deciso la revoca dello sciopero indetto per il 14 novembre — afferma Antonio Marsilia, segretario Generale della federazione Cisl Università — perché il ministro con il documento sottoscritto si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della Manovra governativa sull'università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma per lo sciopero del 14 novembre». Nel corso dell'incontro, infatti, la Gelmini «ha dimostrato ampia disponibilità ad affrontare positivamente le richieste sindacali e a trovare soluzioni concrete in tempi certi». Così è stato firmato un documento di impegni circa l'individuazione delle risorse contrattuali per il biennio economico 2008/2009 (per tutti i settori); la restituzione dei tagli al fondo per il trattamento accessorio (Università/Ricerca); la stabilizzazione dei precari, l'utilizzo del turn over e l'ampliamento delle dotazioni organiche (Ricerca); il reperimento di risorse aggiuntive per il contratto Afam 2006/2009 e la stabilizzazione per docenti e tecnici amministrativi precari del comparto; infine l'apertura immediata di specifici tavoli di confronto per università Afam e ricerca per definire le linee di riforma dei comparti. È la svolta. Ma è solo l'inizio. Almeno ne sono convinti nell'entourage della Gelmini.

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