«Vita e morte: una legge vorrebbe dire dittatura»
Il più emotivamente coinvolto è sicuramente il Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Giuseppe Palumbo. Presidente, oggi (ieri ndr) doveva finalmente chiudersi la lunga vicenda che vede appesa ad un filo la vita di Eluana Englaro. Come sta vivendo questo momento? «Purtroppo non riesco a seguire quanto sta accadendo come vorrei, so solamente che la Corte di Cassazione non si è ancora espressa. Devo essere sincero. Ho preso a cuore il caso e spero che un verdetto arrivi presto». E quale sentenza vorrebbe sentire pronunciare dal primo presidente della Suprema Corte, Vincenzo Carbone? «Come lei ben saprà io sono un medico, fondamentalmente sono contro sia l'eutanasia che l'accanimento terapeutico. Ecco perché sto vivendo questi momenti con un po' d'ansia». Ovvero? «Guardi, Eluana ci ha costretti ad interrogarci su un caso che è veramente al limite. Io non sarei capace di togliere la vita ad una persona. Noi lottiamo per la sopravvivenza. Ecco perché faccio fatica a prendere una posizione su questo caso. Credo lascerei che la natura facesse il proprio corso». É proprio questo ciò su cui molti si interrogano. Cosa vuol dire far fare alla natura il proprio corso? Eluana è nutrita tramite un sondino naso-gastrico che la alimenta. Toglierlo vorrebbe dire condannarla a morte per fame e sete. «Certo, questa è la situazione che sta vivendo, ecco perché parlo di un caso limite. Eluana sta vivendo perché il sondino la alimenta, se questo non ci fosse lei morirebbe». Una possibile via di uscita l'ha proposta la Chiesa. Sospendere l'accanimento treapeutico riguardo i farmaci ma lasciarle il nutrimento. Crede possa essere una soluzione? «Non posso essere sicuro al 100% che vengano somministrati farmaci. La mia convinzione è che la cosa sia indispensabile altrimenti Eluana non riuscirebbe a superare le possibili infezioni che la colpiscono. Comunque in questo modo si aggira semplicemente l'ostacolo». Sta facendo una critica perché ad oggi non c'è ancora una legge sul testamento biologico? «Sinceramente ho molte perplessità sul fare una legge di questo tipo. Quando si parla di vita o di morte non si può regolamentare per legge. Questo accadrebbe se si vivesse in una dittatura». Vuole dirmi che non discuterà nella sua commissione una possibile legge a riguardo? Il suo collega del Senato Antonio Tomassini, ne ha già avviato la discussione. «No no, ho intenzione di farlo. Le dirò di più, ho già in mente un testo. La legge non sarà leggera, ma al contempo la voglio generica perché credo che un tema del genere debba sottoporre le singole persone a fare i conti con la propria coscienza». Il padre di Eluana ha detto che non vede l'ora di uscire da questo inferno. Se potesse dirgli qualcosa cosa gli direbbe? «Prima di tutto cercherei di mettermi nei suoi panni. Poi non so proprio come mi comporterei. So solo che ho grande rispetto per la sua battaglia».