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Berlusconi: le banche garantiscano i prestiti

Silvio Berlusconi e Inacio Lula da Silva

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È questa la linea annunciata da Berlusconi al termine dell'incontro a Villa Madama con il presidente brasiliano Lula, in vista del vertice del G20 di sabato a Washington. In un clima di grande cordialità alleggerito dalla presenza di sei giocatori brasiliani del Milan, Berlusconi e Lula hanno firmato accordi e memorandum di intesa sui settori della difesa, della sanità, della politica aerospaziale e delle picocle imprese. Ma questa è stata soprattutto l'occasione per affrontare il tema della crisi finanziaria internazionale. Berlusconi ha rilanciato la proposta di cambiare la formula del G8 allargando le riunioni, che dal prossimo anno saranno sotto la presidenza italiana, anche ai Paesi emergenti come Cina, India, Messico e Brasile che sono «cruciali per definire i meccanismi finanziari internazionali». In vista dell'appuntamento di Washington, Berlusconi ha ribadito che si dovranno stabilire «regole nuove» e «controlli più responsabili nel mondo della finanza», per evitare anche che nuove crisi finanziarie si ripetano in futuro. Al G20, l'Italia proporrà limiti al monte prestiti dele banche e un meccanismo di interruzione delle contrattazioni sui titoli eccesivamente valutati o svalutati. «Non è possibile che un'impresa venga valutata venti volte in più o otto volte in meno dei suoi profitti e utili» ha detto Berlusconi e ha insistito sulla necessità di «un'autorità che dica alt quando il mondo della finanza divorzia dal mondo della realtà». la terza proposta riguarda l'introduzione di controlli più responsabili in tutto il mondo della finanza». Obiettivo primario del governo è che la crisi «non si ripercuota sull'economia reale», garantendo che imprese e famiglie continuino a disporre di liquidità. In serata Berlusconi ha ricevuto a palazzo Grazioli i ministri Giulio Tremonti, Maurizio Sacconi, Claudio Scajola e il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, proprio per discutere di come modulare tali misure in favore di famiglie e imprese, in vista del G20. Quello di Washington non sarà un vertice «risolutivo - sostiene Berlusconi - ma un primo passo verso una sistema finanziario che abbia più regole». Anzi, sabato «si comincerà un lavoro che poi proseguirà nei successivi cento giorni». Anche Lula (il Brasile detiene quest'anno la presidenza del G20) sa che «nessuno ha la soluzione in tasca per sconfiggere questa crisi» e che probabilmente non si troverà «in una riunione sola». La «soluzione» del presidente-operaio per uscire dalla crisi è dunque «più occupazione, più posti di lavoro ed evitare le crisi di panico». «È l'ora della politica» avverte Lula, che di fronte alla crisi si dice comunque «ottimista». Dal vertice del G20 «non dovrebbero uscire misure di emergenza ma decisioni più coraggiose», auspica anche il ministro degli ESteri Franco Frattini, puntando il dito verso l'economia americana («Dagli Stati Uniti è nato il problema, e dagli Stati Uniti deve venire la soluzione») e osservando anche come con questa crisi sia «crollato il mito dell'autarchia dei mercati, visto che di fronte all'attuale interdipendenza del mondo nessuno può fare da solo». In occasione dell'incontro con Lula Berlusconi ha ribadito il «pieno appoggio al presidente americano Obama per tutti i problemi che ora gli cadranno addosso».  

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