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Alemanno chiude con il passato

Gianni Alemanno

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Il testo si rivolgeva ai militanti «incazzati» e precisamente recitava: «Ragazzi, mi rendo conto della vostra angustia davanti certe affermazioni dell'onorevole Fini, ma vi dico, a nome mio e di alcuni colleghi del mio gruppo, che faremo il possibile per salvare il salvabile, e se così non sarà, allora prenderemo in considerazione l'uscita dal gruppo di An per il gruppo misto». Era un falso. Ma non era una bufala. Era una bugia. Ma non era uno scherzo. Non era minimamente il pensiero di Alemanno, qualcuno aveva usato il suo nome impropriamente. Era un messaggio ad uso interno. Perché è chiaro che la parte che maggiormente ha «sofferto» le parole di Fini è stata quella della destra sociale. L'area guidata da Francesco Storace e Gianni Alemanno. Un lustro dopo Storace è andato via da An, ha fondato un suo partito che alla sua festa d'inaugurazione, un anno fa, usò frasi su Israele che suscitarono una reazione sdegnosa da parte della comunità ebraica. È rimasto Alemanno a tenere le fila della destra sociale. E non è un caso che a settembre, in occasione di un pellegrinaggio in Terra Santa, il sindaco di Roma arrivò a parlare di fascismo non tutto male assoluto. Aprendo un fronte polemico enorme che gli ha creato enormi problemi. Non solo istituzionali. Ma politici perché Alemanno fu abbandonato da grande parte della sua stessa coalizione, a cominciare dall'ala di Forza Italia. Ieri sera il primo cittadino della Capitale è arrivato a Cracovia. Ed è la fine di un'epoca. Arriva la sera in cui si ricordano i settanta anni dalla notte dei cristalli, l'infausta notte che diede il via all'antisemitismo in Germania e di lì in tutta Europa. La notte in cui furono sfasciate le vetrine dei negozi di ebrei. Stamattina sarà ad Auschwitz. Non è un passaggio secondario. È una tappa storica all'interno della destra. Segna la rottura definitiva anche della destra sociale con un mondo che ha rappresentato un pezzo della sua militanza. Per Alemanno significa chiudere con le polemiche su fascismo e antifascismo che sono care all'ala della sua componente che proviene da Terza Posizione. Tanto per fare nomi e cognomi, è l'area politica guidata da Vincenzo Piso, l'uomo di Alemanno che oggi si occupa di viabilità, traffico, trasporti. Si volta pagina. Il che non vuol dire che Piso viene messo in un angolo. Al contrario, voltare pagina è di fatto imporre anche a lui e al suo mondo di restare in un ambito più «moderno». D'altro canto la svolta Alemanno l'aveva già annunciata a chiare lettere oltre due settimane fa. Quando ha preso tutti i fedelissimi e se li è portati sul Terminillo per una riunione politica. Quel giorno, sulle montagne del reatino, il sindaco di Roma ha annunciato la sua svolta: niente più polemiche di segno storico. Si occuperà solo ed esclusivamente della città, dell'amministrazione. Di fascismo chi vuole occuparsene è libero di farlo nei convegni. Ma è evidente che se lo farà chi avrà ruoli istituzionali rischia il posto. E stamattina Alemanno, giunto a Cracovia con il portavoce della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, pronuncerà parole chiare davanti ai duecentocinquanta ragazzi delle scuole romane che partecipano al Viaggio della Memoria. Parole chiare i cui concetti sono stati anticipati ieri sera da Laura Marsilio, assessore alla Scuola. La quale, parlando nella sinagoga di Cracovia, subito dopo l'ex presidente della comunità Leone Paserman (tra l'altro uno dei più accesi polemisti nei confronti della destra) ha sottolineato come «questa amministrazione tiene moltissimo al Viaggio della Memoria». E la cifra della giunta sarà questa, guarderà avanti: «Vogliamo partecipare a dicembre alla festa della luce, vogliamo che i nostri studenti conoscano la storia millenaria della presenza ebraica a Roma vendendo a visitare i luoghi e assistendo alle cerimonie».

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