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E Storace cambia volto

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Meno battute, attacchi a tutti

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Perché Francesco Storace sa bene «che indietro non si torna». Lo ha ripetuto diverse volte in questi giorni specificando anche che questo congresso di certo «non sarà l'ultimo». Per la tre giorni romana sono arrivati in tanti e da tutt'Italia, armati di bandiere, magliette, gadget e libri sull'identità della destra. Della serie, «non si intende dimenticare». Anche la scelta della location pare non sia avvenuta a caso: il salone dell'Eur è stato realizzato dal fascismo e in perfetto stile neoclassico. «Siamo democratici ma non ci sottoponiamo al rito obbligatorio dell'antifascismo», spiegava Storace in apertura. Sarà, ma a scanso di equivoci ieri pomeriggio gli organizzatori hanno fatto rimuovere un banchetto di libri e gadget giudicati «eccessivi». Sono state tolte due bandiere che riproducevano la croce celtica e il simbolo del decimo Mas. Ed è stato rimosso anche un calendario dedicato interamente al Duce e alle sue imprese con tanto di foto ultracelebrative e citazioni storiche. Il calendario è per il 2009, ma l'anno ufficiale di riferimento impresso su ogni pagina e, naturalmente, l'87/o dell'era fascista. Chi era abituato a vedere uno Storace in preda alle sue emozioni, ai suoi accalorati e coloriti discorsi, ai suoi abbracci a fine discorso, si ritrova ora una nuova versione. Quello che è apparso è uno Storace molto più compito, fermo sulle sue posizioni, concentrato su blog e comunicazione, intento, forse, a chiarire una volta per tutte chi sono gli amici e chi i nemici. Lancia stoccate a pioggia, alcune dirette (Fini) altre senza specificare l'identità (Santanchè). Ma soprattutto spiega e rispiega quella che ora è la sua politica. Sì al diaologo con il Pdl, «è doveroso», ma senza svendersi «in cambio magari di qualche strapuntino in parlamento»; battaglia sulle modifiche alla legge elettorale europea; nessuna alleanza che possa snaturare l'identità del partito. Ieri è stata la giornata clou della kermesse, con tanti applausi ma anche parecchi fischi con tanto di affondo finale di Bontempo a Berlusconi. Grande l'entusiasmo dei "camerati" al messaggio che Giorgio Napolitano nel quale si sottolinea come la Destra ha «posto al centro dell'appuntamento congressuale puntuali e impegnativi richiami ai valori etici e alla centralità della persona». Oggi la kermesse chiude i battenti e Storace annuncia sorprese per i prossimi mesi, tra cui forse un giornale di partito da spedire in abbonamento. Intanto sui blog legati alla Destra circola uno slogan: «L'Epurator è tornato».

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