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Nuovo corsoIl premier senza freni Prima in pubblico leggeva testi

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E adesso un po' anche a me». L'interprete resta in silenzio, pensando che non dovesse riportare quella frase in rumeno. Ma Berlusconi l'esorta: «Traduca, tarduca, non si preoccupi». E non s'è preoccupato nemmeno lui. Da un mese a questo parte il premier italiano ha deciso di saltare qualunque diplomazia, di evitare qualunque frase di circostanza, di bypassare i mezzi di comunicazione. Anzi, proprio sui media si è concentrato per dire chiaramente che sono distanti dalla realtà, insomma non bisogna credere a quello che diffondono. E così il Cav ha scelto un linguaggio da bar dello sport, informale, colorito, politicamente scorretto e vagamente razzista. Un mese sopra le righe. Un mese a ruota libera. Anche se aveva iniziato la legislatura limitandosi a leggere testi in pubblico e non appariva fuori dai contorni istituzionali. Tre sere fa era a passeggio a Campo de' Fiori a parlare con i ragazzi. È la fine di un percorso cominciato con il premier rumeno e proseguito a Napoli: l'argomento di discussione è la crisi economica. E Silvio racconta: «Si parla una nuova Bretton Woods, si parla di sospendere i mercati per il tempo di scrivere queste regole. Sono tutte ipotesi, certo è che deve esserci una soluzione globale». Esplode un pandemonio. Sospendere i mercati? Dichiarazioni di fuoco, anche se Berlusconi spiegherà che si trattava di una frase letta su un giornale tedesco. Il 22 ottobre si parla di scuola a Palazzo Chigi, Berlusconi sta tenendo una conferenza stampa assieme alla Gelmini. Fioccano le domande, alcune arrivano da giornaliste di quotidiani di sinistra e sono un po' polemiche. Il Cavaliere si infastidisce e dice perentorio: «Non permetteremo che vengano occupate scuole e università. È una violenza, convocherò oggi pomeriggio il ministro Maroni per dargli indicazioni su come devono intervenire le forze dell'ordine». Altro finimondo sui giornali e sulle tv. Ma Berlusconi avverte gli italiani: «La televisione pubblica diffonde ansia e situazioni solo di chi protesta. Sono preoccupato da questo divorzio tra i mezzi di informazione e realtà». Vola a Pechino e rilancia alla viglia della manifestazione del Pd: «Affermano che sono un dittatore. E allora, se sono un dittatore, perché dovrei dialogare? Dò ordini e mi impongo». Addio a qualunque fair play. Silvio va a valanga. Torna a Roma e commenta il corteo del 25. L'opposizione scende in piazza? «È un affare interna corporis loro, per noi non cambia nulla». Veltroni? «Si dovrebbe rassegnare: governiamo per cinque anni. Si vada a riposare». Il 28 ottobre sentenzia: «È molto difficile, se non impossibile, avere relazioni decenti con questa opposizione». Il 29 a Confcommercio è un fiume in piena. Racconta barzellette e poi rivela: «In Cina ho guardato dritto negli occhi il presidente e gli ho detto che solo la democrazia dà la libertà. Siccome nessuno mi ha sparato, credo che il mio messaggio fosse reale e fosse arrivato». Poi vola in Kazakhstan dal semidittatore Nazarbaiev e suggerisce a tutti: «Andate in vacanza in Kazakhstan. Lì c'è un signore che è mio amico, non a caso ha il 91% dei voti e ha fatto cose straordinarie». A Milano mercoledì si lascia andare: «Mi piace l'idea che negli Stati Uniti danno 20 dollari in busta paga a chi usa la bici per andare al lavoro. Certo che se qui facessero la stessa cosa per tutti quelli che commettono adulterio e poi tornano a casa.... ritornerebbero tutti a casa». Infine, l'Obama abbronzato durante la visita a Mosca. E dopo il putiferio scherza con i giornalisti: «Le tentazioni qui sono infinite. Fate i bravi e se invece non fate i bravi, tenete almeno alta la bandiera dell'Italia...»

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