di LAURA DELLA PASQUA
Ecco quindi i vecchi parrucconi della politica fare a gara per rivendicare affinità genetiche con Obama tanto simili a quegli uomini attempati che per fare un bagno di giovinezza e vitalità si accompagnano con giovanissime donne. Così per quarantotto ore è stato tutto un rincorrersi da una trasmissione televisiva all'altra, gareggiando a chi sugli Usa ne sa di più, a chi riesce a masticare più americano, a chi soprattuto ha scoperto prima Obama e gli è ideologicamente più vicino. Veltroni a Matrix, Rutelli a Ballarò, la Melandri a Porta a Porta, tutti a fa' gli americani mentre a inaugurare le trasmissioni di Red Tv D'Alema ha voluto la giornalista Rula Jebreal. Maxischermi e menu rigorosamente americani hanno animato le diverse feste no stop, dal Pd al Pdl, fino a notte fonda con una partecipazione che non si vedeva dall'ultimo mondiale di calcio. L'Obamamania ha contagiato tutti e due gli schieramenti: il Pd che spera di importare l'euforia degli americani per ridare linfa vitale a un partito esangue nelle idee e nei progetti e il Pdl che vuole comunque cavalcare l'onda mediatica del risultato elettorale americano. Con una differenza: per Veltroni, dal kennediano «I care» del Lingotto al «We can», gli Usa continuano a essere un serbatoio di modelli a cui attingere a mani basse. Berlusconi invece si è affrettato a dire che ha un paio di consigli da dare al nuovo presidente dall'alto della sua esperienza. Del tutto trasversale però la ricerca all'esterno di un nuovo sogno. Chi ha un progetto di futuro made in Italy, non sia timido, batta un colpo.