«Un messaggio positivo per tutti»
L'ambasciatore Spogli: «Da tempo un'elezione non suscitava tante aspettative»
Il brusio, nella grande sala, scema. L'election day è entrato nel vivo. Anche l'ambasciatore americano a Roma, Ronald Spogli, che aveva accolto i mille invitati, ha girato lo sguardo verso i grafici. A mezzanotte meno un quarto arriva la prima vera notizia: Obama ha conquistato lo stato chiave, per i repubblicani, della Virginia, dove è stata registrata un'affluenza record fugando tra l'altro gli iniziali timori che i guasti delle macchine per il voto potessero diventare i veri protagonisti dell'Election day. Ma McCain non sembra mollare e si aggiudica contemporaneamente l'Ohio e l'Indiana, rispettivamente con il 54 e il 51 % dei voti. Suspance. Sandwich, burritos, muffin, vino, prosecco, birra e l'immancabile caffè lungo iniziano ad essere dimenticati. La musica dal vivo non convince. Nessuno vuole lanciarsi in pista per un ballo: neanche due ballerini provetti come Marisa Laurito e Renzo Arbore, che sotto la camicia indossa una t-shirt con il volto di Obama. Lo stesso rappresentante di Washington a Roma ammette: «È da molto tempo che un'elezione non suscitava tante aspettative e tanto entusiasmo. Sarà una notte lunga ed emozionante. Seguiremo con appresione l'andamento negli Stati incerti». «Un interesse e un entusiasmo - continua - che hanno contagiato anche i nostri amici italiani e il mondo intero». Anche perché «sia che vincano i repubblicani, oppure i democratici, per la prima volta nella storia avremo o un presidente afroamericano o un vice presidente donna». E mentre con la coda dell'occhio tiene sotto controllo le proiezioni che continuano incessantemente a far sobbalzare gli animi degli ospiti, aggiunge: «le nostre elezioni trasmetteranno un messaggio significativo e potranno essere fonte di ispirazione per coloro che hanno la sfortuna di vivere sotto regimi autoritari». Passano pochi minuti e gli exit-poll lanciano un'altra mina sul percorso di McCain: secondo la Cnn il 74% dei nuovi votanti avrebbe dato la propria preferenza a Obama. Ma le emozioni non finiscono qui. Il Boeing 777 di John McCain non aggangia la pista di atterraggio dell'aeroporto di Albuquerque (New Mexico) occupata da un altro velivolo. Il pilota è costretto a dare tutta manetta e riportare l'aereo in quota. Dopo pochi minuti il Boeing può atterrare. Gli ospiti del «nessun dorma» respirano, l'ambasciatore pure. Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi, Pierferdinando Casini, Giovanna Melandri, Rocco Buttiglione, Paolo Gentiloni, Giorgio La Malfa, Margherita Boniver e tutti gli altri attori della scena politica italiana presenti all'Excelsior possono tornare a chiacchierare. Sui maxishermi il «risiko» dei 54 stati americani continua ad illuminarsi di rosso e di blu. Ma gli exit-poll si fanno categorici e Obama inizia la sua marcia trionfante. Fox News lo dà al 57%. In Indiana e Kentucky, intanto i seggi si chiudono. In quest'ultimo stato la Cnn segna il vantaggio del candidato afro-americano. Anche New York sembra sorridere a Obama. A Roma è passata da poco la mezzanotte. Negli Usa è stato scrutinato solo l'1% dei voti e nonostante nel New Hampshire McCain registri un risicato 33%, è troppo presto per ammainare le bandiere repubblicane. E infatti, pur perdendo il Maine e il Vermont, all'una l'ex-marine si riprende il Kentucky e dopo un quarto d'ora la Cnn annuncia il «ribaltone» in Virginia, data ormai per democratica. McCain sale al 54% in Florida e contemporaneamente al 63% in Georgia, mentre continua il testa a testa in Missouri. È un'altalena, e non accenna a fermarsi. I maxishermi continuano a colorarsi ad intermittenza di rosso e di blu. Qualche invitato italiano lascia la sala. Gli americani restano incollati ai video. Non andranno via prima dell'alba. Ne vedranno delle belle. Ma hanno birre e cheeseburger a volontà. Non finiranno, e loro, fino all'ultimo, non smetteranno di tifare per il loro candidato alla Casa Bianca.