La Rai è rimasta agli anni Settanta
Ma qui siamo a RaiTre e quindi si vedono quelli di destra che prendono a cinghiate quelli inermi. E, si denuncia, si chiede ai telespettatori di riconoscere i violenti, come se «Chi l'ha visto» (questo era il programma) fosse d'improvviso diventato la vecchia Lotta Continua. La risposta arriva subito dopo, quando i ragazzi di estrema destra fanno irruzione negli studi Rai gettando ortaggi nei corridoi. Insomma, ma che succede? Tutto comincia lunedì sera. Va in onda «Chi l'ha visto?», a condurre la trasmissione la bionda Federica Sciarelli. Nel corso del programma viene mandato in onda un servizio che riprendeva gli scontri studenteschi di mercoledì scorso. Ad un certo punto si vedono i volti di ragazzi, aderenti al movimento «Blocco Studentesco» che si fanno largo nella folla con calci pugni e sprangate a danno di altri studenti. E, a quanto riporta una nota della stessa associazione, la conduttrice aveva chiesto agli spettatori di identificarli. Queste sono state le immagini che hanno fatto scatenate la protesta. Un gruppo di 40 ragazzi fa irruzione poco dopo mezzanotte alla sede Rai di via Teulada. Erano nascosti dai passamontagna e dopo aver scavalcato i tornelli inveiscono contro la vigilanza: «Protestiamo contro la trasmissione "Chi l'ha visto?"». Il messaggio però doveva essere più incisivo. Ed ecco allora comparire su «YouTube», il più famoso sito di filmati amatoriali, un video. I ragazzi di Casa Pound, centro sociale dell'estrema destra solidale con «Blocco Studentesco», riprendono quindi quella che gli stessi definiscono una «corsa dimostrativa alla Rai di via Teulada». L'inizio ricorda un film muto, scritte bianche su un fondo nero. Alcune schermate spiegano il motivo del loro gesto e in una denunciano: «Anche la televisione pubblica auspica la caccia all'uomo, una balorda tensione, una nuova giustizia sommaria...». Poi inizia il video. Colori psicadelici, musica a tutto volume e una domanda in chiusura: «Cosa volete, il morto?» seguita da una lapidaria risposta «Non giocate mai più sulla nostra pelle». Protesta anche Paolo Orsini, presidente di «Lettera 22», l'associazione di giornalisti che lottano per un'informazione libera e non omologata vicina al Pdl: «Lunedì è stata violata la privacy, per lo più di minorenni, esponendoli così a possibili atti di violenza fisica e politica. Tra l'altro - prosegue Corsini - non trattandosi di persone scomparse, non si capisce il fine di questa richiesta di identificazione, già ampiamente operata dalla polizia, se non per mettere in piedi un processo spettacolo con una sentenza ideologica preconfezionata».