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Il repubblicano

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È stata un'altra lunga giornata (con momenti di paura all'atterraggio in New Mexico quando l'aereo sul quale viaggiava Mccaina ha ripreso bruscamente quota perché c'era traffico in pista) e una giornata agrodolce per l'ex prigioniero di guerra in Vietnam, costretto da una mappa elettorale sempre più blu-Obama a rimettersi in viaggio per due comizi finali a Grand Junction in Colorado e a Albuquerque in New Mexico. Un tour de force che John avrebbe voluto risparmiarsi e che farebbe stramazzare uno molto più giovane: l'altro ieri McCain aveva volato per quasi seimila chilometri per sette stati e 22 ore di viaggio prima di mettersi a letto alle due di notte passate. Ieri, in blazer blu e camicia azzurra, il rivale di Obama si era alzato di buon'ora per votare con la moglie Cindy in un seggio allestito in una chiesa metodista di Phoenix, poi era di nuovo salito sull'aereo della campagna su cui è stato montato uno schermo al plasma e un video-registratore per proiettare un film, il modo tradizionale in cui il senatore dell'Arizona, notoriamente superstizioso, ama rilassarsi nell'Election day. Dopo i comizi, un altro ritorno alla tradizione: al lussuoso Biltmore Hotel di Phoenix per aspettare i risultati insieme con la moglie Cindy. Come molte coppie dell'Arizona «bene», i McCain celebrarono nell'albergo costruito nel deserto nello stile di Frank Lloyd Wright la festa del loro matrimonio e le successive vittorie di John al Congresso degli Stati Uniti: stavolta a dividere il cardiopalma nell'edificio in cui, secondo la tradizione Irving Berlin compose White Christmas, c'è la vice Sarah Palin, arrivata con otto ore di volo sulle spalle dopo aver votato in Alaska. A poche ore dal risultato, McCain si era detto ancora una volta sicuro della vittoria. McCain, che a 72 anni sarebbe il più anziano presidente a inaugurare il primo mandato, ha spiegato di non avere dubbi su come ha condotto la sua campagna elettorale mentre i sondaggi sostengono che non ha più che pochissime chance di raggiungere la magica quota di 270 voti elettorali che servono per essere eletto. «È stato bellissimo - ha detto il senatore dell'Arizona intervistato dalla Abc mettendosi alle spalle le voci di faide intestine che hanno avvelenato la sua squadra fin dal tempo delle primarie - ogni secondo dell'intera esperienza. Ogni giorno, poter incontrare le persone che abbiamo incontrato, andare nei posti dove siamo andati, è stata un'esperienza indimenticabile». Nonostante tutti i rilevamenti lo staff di McCain fino all'ultimo si è detto fiducioso dell'esito dei risultati, e ha chiesto di analizzare con prudenza i risultati degli exit poll. Tradizionalmente tendono ad esagerare il voto democratico, e questa volta rischiano di farlo ancora di più dato che gli elettori del partito di Obama rispondono più volentieri degli altri all'uscita dei seggi. «Sembrava di buon umore ma è difficile dire», ha riportato l'inviata del New York Times al seguito. Non così la moglie Cindy e l'amico Joe Lieberman: «Erano accanto a lui e avevano le lacrime agli occhi».

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